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Mittente |
Querini (Quirini) Marcantonio (Sebastiano) |
Destinatario |
Querini (Quirini) Vincenzo |
Data |
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Tipo data |
Assente |
Luogo di partenza |
Roma |
Luogo di arrivo |
Venezia |
Incipit |
Tutte le difficoltà, che ci si fanno incontro nel particolare della licenza |
Contenuto e note |
Marcantonio Querini scrive a Vincenzo Querini (Quirini) [il cugino, figlio dello zio paterno Sebastiano Querini, 1583-1620], in riferimento a una [non meglio specificata] "licenza" [che non gli è stata concessa]. Tutte le difficoltà incontrate, sostiene Marcantonio, sono causate dal signor N. [il nome del personaggio è volutamente omesso] il quale afferma che una simile concessione è stata accordata solamente "a Prencipi d'alto legnaggio" che si trovavano in una situazione di evidente bisogno; che non può essere accordata agli ecclesiastici, perché comporterebbe un pregiudizio nei loro confronti; che non è stata presentata nel "modo canonico" e dunque concederla costituirebbe un allontanamento dalle regole della corte [papale]; che la Santa Sede, trovandosi in tempi difficili [non meglio specificati] ha altro cui pensare che concedere stravaganze. Insomma, secondo il signor N., non ci sono motivi né per chiedere una simile licenza, né, tantomeno, per concederla. Marcantonio Querini dice a Vincenzo di non avere occasione per incontrarlo personalmente e fargli comprendere quanto, invece, tale concessione sarebbe appropriata e "fruttuosa a tutta l'università, che la ricerca" [ossia, presumibilmente, a tutto l'ordine dei Crociferi]: lo stesso clero trarrebbe giovamento se il Signore concedesse "a più intelligente mano" la gestione della Chiesa e il governo dei suoi beni. Dichiara, poi, che farà conoscere al cardinal Borghese [Scipione Caffarelli Borghese, cardinale dal 1605 al 1633, data della morte] che lo zelo del signor N. è solo apparentemente sincero e farà in modo che il signor Giusti [non identificato] esponga le ragioni che spingono il signor Sebastiano [non identificato: ma potrebbe essere lo zio, padre del destinatario] a formulare tale supplica. Promette di mettere in campo tutta la sua solerzia per servire [Vincenzo] nel modo migliore. [Può essere che Querini, parlando di "tempi difficili" per la Santa Sede, si riferisca al periodo successivo alla morte di papa Clemente VIII: in seguito alla sua morte, il 5 marzo 1605, salì al soglio pontificio Alessandro di Ottaviano de' Medici, con il nome di papa Leone XI. Questi restò in carica per soli ventisei giorni, dal 1° al 27 aprile 1605, quando morì in seguito a una breve malattia. Il 16 maggio 1605 fu poi eletto Camillo Borghese, con il nome di papa Paolo V; oppure, vista la provenienza dei Querini, potrebbe riferirsi all'Interdetto contro Venezia]. [Nella "Tavola delle lettere che si contengono in questo libro" a inizio volume, la lettera è posta sotto il capo di "Trattare"]. |
Fonte o bibliografia |
Marcantonio Querini, Lettere, Venezia, Barezzo Barezzi, 1613, cc. 35v-36r. |
Compilatore |
Barozzi Elisa - Carminati Clizia |
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