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Mittente |
Querini (Quirini) Marcantonio (Sebastiano) |
Destinatario |
[Caetano d'Aragona] [Luigi], duca di Traetto |
Data |
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Tipo data |
Assente |
Luogo di partenza |
Roma |
Luogo di arrivo |
Napoli |
Incipit |
Gli avisi, ch'io diedi a Vostra Signoria Illustrissima con l'altre mie |
Contenuto e note |
Marcantonio Querini scrive al duca di Traetto [Luigi Caetano d'Aragona]. Ripete che gli avvisi inviati riguardo l'affare con messer Aurelio [non identificato] erano veritieri, ma non può dare risposte sicure alle sue domande [si fa probabilmente riferimento ad una lettera in cui il duca chiede a Querini informazioni su messer Aurelio, che gli deve restituire del denaro. Querini dichiara di aver avvisato il duca che messer Aurelio non era persona affidabile e che la riscossione del denaro non sarebbe stata facile]. Il signor N. Caraffa [il nome è volutamente omesso, dunque non è possibile individuare il personaggio: i Carafa o Caraffa sono una nobile e antica famiglia di origine napoletana, discendente dall'ancor più antica famiglia Caracciolo], dal quale riceveva notizie, infatti, è partito per la Spagna. L'unica cosa certa è che messer Aurelio "non si trova più qui" [a Roma] e dunque il duca non può ottenere la riscossione del suo credito. Probabilmente, dice Querini, prevedendo la rovina delle sue finanze, a causa dei suoi agenti, Aurelio ha preso la decisione di non tornare più a Roma. Promette, infine, che racconterà gli altri particolari della vicenda quando potrà vedere il duca di persona. [Nella "Tavola delle lettere che si contengono in questo libro" a inizio volume, la lettera è posta sotto il capo di "Avisare"]. |
Fonte o bibliografia |
Marcantonio Querini, Lettere, Venezia, Barezzo Barezzi, 1613, cc. 35r-35v. |
Compilatore |
Barozzi Elisa |
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