Mittente Querini (Quirini) Marcantonio (Sebastiano) Destinatario Brancaccio Francesco
Data Tipo data Assente
Luogo di partenza Napoli Luogo di arrivo Pietrabianca (Pietra Bianca)
Incipit Per compiacere al desiderio, che tiene Vostra Signoria molto Illustre
Contenuto e note Marcantonio Querini scrive a Francesco Brancaccio [congetturalmente un poeta o un letterato, dal momento che compose un sonetto in lode di Marcantonio, pubblicato in: 'Rime sacre e morali di Fra Marcantonio Querini Crocifero all'Illustrissimo e Reverendissimo Signore, il Signor Cardinal Delfino', Venezia, Barezzi, 1612, p. 16. I Brancaccio sono una delle più importanti famiglie della nobiltà napoletana] per rispondere alla richiesta di un giudizio sulla sua "Canzone Boschereccia" [non identificata]: dopo averla riletta più di una volta, non trova nulla da correggere, se non "alcune parole forestiere", che non andrebbero, a suo giudizio, usate quando se ne può fare a meno. Ricorda poi a Brancaccio che ci sono solamente tre occasioni in cui è "permesso servirsi di simili parole": se il loro uso è diventato familiare, se sono necessarie per spiegare un concetto, o se sono "poste per scherzo". Ne troviamo esempi, dice Querini, negli autori più celebri: [Pietro] Bembo, [Ludovico] Castelvetro, Annibal Caro, [Francesco Maria] Molza, [Giovanni Battista] Amalteo, [Girolamo] Ruscelli, [Ludovico] Dolce e altri. Brancaccio sa bene che le parole "inserte, simolacro, et cede", inserite nella sua canzone, non sono approvate dai grandi scrittori e nemmeno ammesse nella "nostra lingua": pur essendo termini di derivazione latina, tuttavia ne esistono "di migliori", usate dai maestri "della lingua volgare". Per quanto riguarda il resto, Querini afferma che la canzone è dignitosa, i concetti sono ricercati, i pensieri vivaci, l'ordine adeguato e il soggetto, cui avrebbe dovuto accennare prima, molto curioso. Lo saluta, augurandogli di vivere allegramente. [Querini prosegue il discorso nella lettera con incipit "Se ben da alcuni antichi Scrittori si trovano usate certe voci", nella quale offre a Francesco Brancaccio una ulteriore spiegazione riguardo la possibilità di utilizzare "voci forestiere". Si veda a proposito anche la lettera con incipit "M'è parso sempre conveniente nel modo, c'ho giudicato degne", nella quale sostiene la validità dei termini fiorentini e senesi]. [La lettera è inviata a Pietrabianca (Pietra Bianca), località a pochi chilometri da Napoli, alle pendici del Vesuvio, in cui si trovavano numerose dimore di famiglie aristocratiche napoletane, oggi in località Portici]. [Nella "Tavola delle lettere che si contengono in questo libro" a inizio volume, la lettera è posta sotto il capo di "Discorrere"].
Fonte o bibliografia Marcantonio Querini, Lettere, Venezia, Barezzo Barezzi, 1613, cc. 29r-29v.
Compilatore Barozzi Elisa
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