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Mittente |
Querini (Quirini) Marcantonio (Sebastiano) |
Destinatario |
Otato Cesare |
Data |
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Tipo data |
Assente |
Luogo di partenza |
Napoli |
Luogo di arrivo |
Venezia |
Incipit |
Grand'è il debito, ch'io tengo con Vostra Signoria |
Contenuto e note |
Marcantonio Querini scrive a Cesare Otato, per offrirsi nuovamente come suo servitore e lamentando il fatto che il suo intervento non venga mai richiesto. Sostiene di avere con Otato un grande debito: gli presenta dunque devota offerta del suo "potere" [ciò che Querini può fare], che, benché "di bassa lega", potrebbe acquistare molto valore e produrre opere non inutili, se messo al suo servizio. Otato, però, dice Querini, sembra rifiutare tacitamente i suoi servigi nelle diverse occasioni che gli si presentano giornalmente: o disdegna il suo aiuto, o tiene in poca considerazione gli effetti che potrebbero derivarne. In questo modo Otato, "amorevolissimo padrone", dimostra ingratitudine. Querini conclude dicendo che non cambierà questa opinione, finché Otato non cambierà comportamento. [Nella "Tavola delle lettere che si contengono in questo libro" a inizio volume, la lettera è posta sotto il capo di "Offerire"]. |
Fonte o bibliografia |
Marcantonio Querini, Lettere, Venezia, Barezzo Barezzi, 1613, c. 25v. |
Compilatore |
Barozzi Elisa |
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