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Mittente |
Querini (Quirini) Marcantonio (Sebastiano) |
Destinatario |
Di Priuli (Priuli) Luigi, procuratore |
Data |
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Tipo data |
Assente |
Luogo di partenza |
Napoli |
Luogo di arrivo |
[Venezia] |
Incipit |
Volesse Iddio, ch'ugualmente io potessi corrispondere con effetti alle molte cortesie ricevute |
Contenuto e note |
Marcantonio Querini scrive al procuratore Luigi Di Priuli [non si trovano ulteriori informazioni sul personaggio. I Di Priuli, o Priuli, erano una delle famiglie patrizie della Repubblica di Venezia. I Procuratori erano magistrati della Serenissima Repubblica di Venezia: inizialmente responsabili della basilica marciana, i loro poteri si estesero progressivamente agli edifici affacciati su piazza San Marco e poi sul resto della città. Si occupavano inoltre dell'esecuzione dei testamenti e della gestione dei patrimoni privati, soprattutto nei casi di tutela sui beni di orfani e vedove. Come il doge, la loro carica era vitalizia]. Afferma che desidera ricambiare le numerose cortesie da lui ricevute: la presente lettera servirà, dunque, oltre che come messaggera degli auguri di buone feste, anche come dimostrazione della sua buona disposizione d'animo, visto che non può darne prova "dal vivo" [a causa della distanza: Querini si trova, infatti, a Napoli]. Querini si rammarica, infatti, di doversi accontentare delle poche occasioni che il tempo concede per dimostrare [al procuratore] il suo affetto con segni di devozione. [Nella "Tavola delle lettere che si contengono in questo libro" a inizio volume, la lettera è posta sotto il capo di "Lettere di buone Feste, et buon capo d'anno"]. |
Fonte o bibliografia |
Marcantonio Querini, Lettere, Venezia, Barezzo Barezzi, 1613, c. 23r. |
Compilatore |
Barozzi Elisa |
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