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Mittente |
Querini (Quirini) Marcantonio (Sebastiano) |
Destinatario |
Rossi Ippolito, frate |
Data |
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Tipo data |
Assente |
Luogo di partenza |
Napoli |
Luogo di arrivo |
Venezia |
Incipit |
Perché nelle cose, che sono di qualche momento io soglio andar col passo assai grave |
Contenuto e note |
Marcantonio Querini scrive a frate Ippolito Rossi [Querini scrive alcune lettere a questo personaggio, a volte definendolo "padre"] dichiarando di essere stato piuttosto prudente e di aver preferito non informarlo dell'affare riguardante il signor N. [il nome è volutamente omesso] nella lettera precedentemente inviata. Ora, però, lo informa che tale affare [non meglio specificato], ancora incerto, sta volgendo verso "felice riuscita": infatti si stanno occupando di lui il cardinal Delfino [Giovanni Dolfin, 1545-1622, creato cardinale nel 1604], Fachinetti (Facchinetti) [Giovanni Antonio Facchinetti de Nuce, 1575-1606, creato cardinale nel 1591, è stato il porporato italiano più giovane] e Pio [Carlo Emmanuele Pio di Savoia, 1585-1641, creato cardinale nel 1604]. Chiede dunque di non dubitare. [Nella lettera con incipit "La morte del Signor Cardinale, buona memoria, nepote di Vostra Signoria Illustrissima", Querini piange la morte del cardinale Facchinetti. La presente è dunque databile tra il 1604, anno in cui Giovanni Dolfin e Carlo Emmanuele Pio di Savoia furono creati cardinali e il 1606, anno di morte del cardinal Giovanni Antonio Facchinetti]. [Nella "Tavola delle lettere che si contengono in questo libro" a inizio volume, la lettera è posta sotto il capo di "Avisare"]. |
Fonte o bibliografia |
Marcantonio Querini, Lettere, Venezia, Barezzo Barezzi, 1613, c. 6r. |
Compilatore |
Barozzi Elisa |
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