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Mittente |
Caro Annibale |
Destinatario |
Guidiccioni Giovanni, vescovo di Fossombrone e Presidente di Romagna, poi Legato della Marca |
Data |
16/2/1540 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Casal de' Frati di Porto |
Luogo di arrivo |
Forlì |
Incipit |
Questa notte a le tre, et sette hore si scrisse a Vostra Signoria Reverendissima di quanto era occorso |
Contenuto e note |
Annibal Caro, intendendo a sedare la ribellione degli abitanti di Savignano, scrive a Giovanni Guidiccioni mostrandosi titubante nei confronti della strategia proposta dai capitani per la riconquista del castello i quali, contrari alle esecuzioni, sarebbero invece favorevoli al rilascio dei prigionieri [un primo accenno si ha nelle lettere del 15 febbraio 1540 a Giovanni Guidiccioni: "A ore XIX giunsero le celate al castello di Savignano"; "Siamo a sette hore, et tornando da riveder le genti, m'è parso"]. Nonostante la diversità di pareri, Annibal Caro è convinto della necessità di una risoluzione tempestiva che possa garantire il possesso della rocca e tutelare la reputazione di Giovanni Guidiccioni, il quale è esortato a dare nuove disposizioni. [La missiva si trova nel codice apografo Paris, Fonds Italien, Ital. 1707, cc. 90rv, che tràdita il libro di lettere fatto allestire da Annibal Caro; è edita per la prima volta in 'Lettere inedite di Annibal Caro' con annotazioni di Pietro Mazzucchelli, Milano, Pogliani, vol. I, 1827-1830, p. 61]. |
Fonte o bibliografia |
Annibal Caro, Lettere Familiari, edizione critica con introduzione e note di Aulo Greco, Firenze, Le Monnier, 3 voll., 1957-1961, vol. I, p. 184. |
Compilatore |
Burattini Ilaria |
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