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Mittente |
Manfredi Muzio |
Destinatario |
Pellegrino Camillo |
Data |
3/12/1591 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Nansì [Nancy, Francia] |
Luogo di arrivo |
Parma |
Incipit |
Passando io alcuni mesi sono per Parma, scontrai Vostra Signoria |
Contenuto e note |
Muzio Manfredi scrive a Camillo Pellegrino raccontandogli che quando passò per Parma alcuni mesi prima [si calcoli che dal dicembre 1590 Muzio si trasferì a Nancy in Francia al seguito della sua signora, la duchessa Dorotea di Lorena, di conseguenza l'evento è congetturalmente da collocarsi prima del trasferimento; forse trattasi del 1589, secondo quanto si afferma nella lettera: "Da poiché io passai da Parma, due anni sono, tante volte", dalla quale si apprende che egli si trovò a Parma nel 1589], imbattendosi in un cocchio, gli parve di riconoscerlo; tuttavia, non si fermò né gli rivolse la parola sia perché era "in compagnia di donne" [non identificabili], sia per il veloce transito, sia per il fatto che non potesse immaginare che questi fosse [a Parma]. In seguito, a Piacenza fu certo di averlo visto e venne a conoscenza del motivo del perché fosse [a Parma]: e gli dispiacque, perché riverisce e ama il monsignor di Parma [Ferdinando Farnese, vescovo di Parma dal 1576 al 1603. Alla luce di tali informazioni si è scoperto che il Pellegrino entrò a Parma il 17 maggio 1589, e che il 28 aprile partecipò "al capitolo [...] qual vicario apostolico pel governo della Diocesi, finchè fosse piaciuto a Sua Beatitudine, in luogo del vescovo" fino alla nomina del nuovo vicario nell'aprile 1590 (Giovanni Maria Allodi, 'Serie cronologica dei vescovi di Parma: con alcuni cenni sui principali avvenimenti civili', 2 voll., Parma, P. Fiaccadori, 1856, II, p. 117). Tale episodio è probabilmente da leggere alla luce del fatto che dal 1586 circa il vescovo di Parma Ferdinando Farnese fu spesso inviato lontano da Parma a causa delle lamentele del clero parmense per le sue ingerenze e la sua rigidità. Se l'occasione nella quale il Manfredi vide il Pellegrino fu proprio questa, essa accadde dunque tra l'aprile 1589 e l'aprile 1590]. Infine, dichiara di sdebitarsi ora di quanto non fece allora in presenza, con questa lettera. [Si consideri che le lettere del Manfredi sono datate in modo fittizio, tali da poter essere disposte in modo consecutivo nel corso dell'anno 1591, e che i possibili riferimenti temporali ivi presenti potrebbero essere stati manipolati con accurata attenzione nel far coincidere i tempi. In questa lettera, nello specifico, non ci sono elementi su cui poter ragionare circa una possibile datazione diversa da quella scritta dall'autore]. |
Fonte o bibliografia |
Muzio Manfredi, 'Lettere brevissime', Venezia, Meglietti, 1606, p. 278, n° 337 |
Compilatore |
Angeloni Alessandra |
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