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Mittente |
Manfredi Muzio |
Destinatario |
Bendinelli Baldini Silvia |
Data |
12/10/1591 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Nansì [Nancy, Francia] |
Luogo di arrivo |
Piacenza |
Incipit |
Hebbi due mesi sono (così si fosse perduta, come molte altre fanno) |
Contenuto e note |
Muzio Manfredi scrive a Silvia Bendinelli Baldini [poetessa piacentina] affermando di aver ricevuto una lettera di [Bartolomeo] Roncaglia [non si trovano ulteriori informazioni sul personaggio] piena di cattive notizie, "di miserie e di spavento" [disponiamo della lettera di risposta del Manfredi al Roncaglia, con incipit: "Le novelle, che dello stato vostro mi havete date, mi hanno allegrato". In essa il Manfredi scrive di "calamità", di morte di "tanti amici cari", di "sterilità, mortalità, e gran terremoti", e alla luce di tali affermazioni e tenendo in considerazione che la lettera è inviata a Piacenza, pensa alluda al terremoto che nel 1591 colpì la Romagna e anche alcune città della Lombardia, causando ingenti danni e uccidendo "più di duecento mila persone cominciando da Roma fin'a Piacenza" (Paolo Morigia, 'Sommario chronologico del R.P.F. Paolo Morigia milanese [...], Bergamo, Comino Ventura, 1592, p. 130)]; la lettera era stata scritta due mesi prima, e date le pessime notizie Manfredi avrebbe preferito che fosse andata persa "come molte altre fanno" [la lettera al Roncaglia è datata 21 agosto 1591]. Quindi, il Manfredi dichiara che il Roncaglia gli aveva scritto che Silvia Bendinelli Baldini "stava malissimo" e che le erano morti [probabilmente a causa del terremoto] dei figli, o forse solo uno [non identificabili]: notizia che lo turbò talmente tanto da sentirsi fuori di sé, pensando ai "tradimenti di questo mondo"; ora, [cercando di consolare la sua destinataria] le vuole scrivere soltanto che lei, una delle donne più sagge, valorose e devote da lui mai conosciute, già sa che Dio ama gli uomini più di quanto loro facciano, e che perciò ogni avvenimento è frutto della sua volontà, e tutti sono per il bene degli uomini. Infine, porge i suoi saluti a Silvia e a tutta la sua famiglia, sia da parte sua che da parte di sua [moglie] Ippolita [Benigni Della Penna, musicista e dama della stessa signora del Manfredi, la duchessa Dorotea di Lorena]. |
Fonte o bibliografia |
Muzio Manfredi, 'Lettere brevissime', Venezia, Meglietti, 1606, p. 233, n° 285 |
Compilatore |
Angeloni Alessandra |
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