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Mittente |
Doni Anton Francesco |
Destinatario |
Coccio Francesco |
Data |
17/2/1544 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Padova |
Luogo di arrivo |
[Venezia] |
Incipit |
Uno Spirito letterato; il quale sa molte cose |
Contenuto e note |
Doni riferisce il discorso di un "pazzo", convinto di non essere al mondo per la prima volta. Ritiene infatti che i grandi uomini perfetti nella loro scienza (ad esempio Michelangelo, Andrea Doria, Pietro Aretino, Tiziano) siano già vissuti tante volte, sino ad arrivare alla perfezione dell'arte loro: solo quando l'hanno raggiunta, Dio li chiama in Paradiso per sempre. La prova è che non vediamo un altro Petrarca, Dante, Erodoto, Virgilio, Omero, Cicerone, Boccaccio. Come Cesare, anche Ludovico Ariosto e il cardinale [Ippolito] de' Medici hanno raggiunto la perfezione, e non torneranno. Il Moro da Savignano invece, pittore goffo, è stato sulla terra una volta sola; Cencio [Vincenzo] Dini vi è stato "due volte o tre"; il Doni stesso dovrà tornarvi "venticinque volte" prima di andare in Paradiso. Andranno di sicuro subito in Paradiso gli stampatori (la "stampa è al suo termine") e i musicisti [Jacques] Arcadelt, Adriano [Willaert], Francesco da Milano, Costanzo [Festa], Giacchetto [Jachet de Berchem], Girolamo Parabosco. In chiusura manda i propri saluti a Federigo Badoer. [In questa edizione manca nella data l'indicazione dell'anno, presente nell'edizione 1544]. |
Fonte o bibliografia |
Tre libri di lettere del Doni. E i termini della lingua toscana, Venezia, Marcolini, 1552, pp. 205-209 |
Compilatore |
Genovese Gianluca |
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