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Mittente |
Manfredi Muzio |
Destinatario |
Zambeccari Boni Giulia |
Data |
18/9/1591 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Nansì [Nancy, Francia] |
Luogo di arrivo |
Bologna |
Incipit |
Mirabil cosa era, Signora mia, quando io mi trovava in Bologna |
Contenuto e note |
Muzio Manfredi scrive a Giulia Zambeccari Boni (Bovi) [fu una delle donne cantate da Manfredi in 'Cento donne cantate da Mutio Manfredi il Fermo Academico Innominato di Parma. Al serenissimo principe di Mantova', Parma, Erasmo Viotti, 1580] ricordando quando a Bologna [il Manfredi vi soggiornò nel 1575 e nel luglio 1590, se si prende in considerazione un'altra lettera datata 13 luglio 1593, e contenuta in 'Cento lettere scritte da Mutio Manfredi, il Fermo academico innominato [...] Novamente date in luce. Tutte in un soggetto [...]', Pavia, Viano, 1594, p. 73] onorava i suoi versi con il nome di lei. Tutto ciò portava i fratelli della Zambeccari [non identificabili], che Muzio spera siano ancora in vita, a due reazioni diverse: mentre uno apprezzava il Manfredi, e le consegnava anche i suoi scritti, l'altro si sdegnava e lo desiderava morto. Quindi, alla luce di tale ricordo domanda [retoricamente] chi fra i due fratelli conoscesse meglio la "gran beltà", i "nobilissimi costumi [...] della vita perfettamente vedovile, ch'ella menava" [da tale affermazione desumiamo che il marito della Zambeccari fosse morto; potrebbe trattarsi di Mario Bovi ('Biblioteca universale sacro-profana, antico-moderna, in cui si spiega con ordine alfabetico ogni voce, anco straniera, che può avere significato nel nostro idioma italiano, appartenente a' qualunque materia...', 7 voll., Venezia, a spese dell'Accademia degli Argonauti, stampato da Gio. Batista Tramontin, a San Rocco, 1706, VI, p. 935)]; in seguito, aggiunge che seppur ci fosse da dire molto sia "di qua" che "di là", in questa circostanza non vuole discuterne. Infine, dichiara che sapendo che la sua destinataria è fra le suore, seppur non suora, ma solo per la "quiete dell'animo e dell'anima", le invia alcuni sonetti [non identificabili] in suo ricordo, "in segno di quel sincero amore che non finirà mai": ne faccia ciò che desidera. [Si consideri che le lettere del Manfredi sono datate in modo fittizio, tali da poter essere disposte in modo consecutivo nel corso dell'anno 1591, e che i possibili riferimenti temporali ivi presenti potrebbero essere stati manipolati con accurata attenzione per far coincidere i tempi. In questa lettera, nello specifico, non ci sono elementi su cui poter ragionare circa una possibile datazione diversa da quella scritta dall'autore]. |
Fonte o bibliografia |
Muzio Manfredi, 'Lettere brevissime', Venezia, Meglietti, 1606, p. 212, n° 261 |
Compilatore |
Angeloni Alessandra |
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