Mittente Manfredi Muzio Destinatario di Lorena Dorotea, madama, duchessa di Bransuich, sua signora
Data 15/9/1591 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Nansì [Nancy, Francia] Luogo di arrivo Nansì [Nancy] [In entrambe le ed. il luogo di spedizione è: "Dal mio allogiamento in Nansì"]
Incipit Hoggi non è possibile, che io esca di casa; che verrei
Contenuto e note Muzio Manfredi scrive alla sua signora, la duchessa di Bransuich [Brunswick, uno degli Stati del Sacro Romano Impero] Dorotea di Lorena [che ebbe il titolo di duchessa di Brunswick in quanto dal 1584 vedova in seconde nozze di Enrico II, duca di Brunswick-Gottinga] avvisandola che nella giornata odierna è impossibilitato a uscire di casa: dunque, le scrive quanto le direbbe a voce. [Giacomo] Prevedi (Prevedis), segretario italiano [non si trovano ulteriori informazioni sul personaggio; tuttavia, egli viene citato anche nelle lettere con incipit: "Madama Serenissima Signora nostra vi comanda, che subito alla ricevuta" e "Hoggi non è possibile, che io esca di casa; che verrei"] è andato [nel suo alloggiamento] e gli ha chiesto da parte di Dorotea di Lorena di redigere cinque lettere, tre destinate a Ferrara; al duca [di Ferrara, Alfonso II d'Este], alla duchessa [di Ferrara, Margherita Gonzaga, moglie di Alfonso] e alla duchessa di Urbino [Lucrezia d'Este, sorella di Alfonso] per chiedere loro un "giustissimo favore" [la lettera appare connessa a un'altra, quella con incipit: "Monsignor Reverendissimo di Tortona, cognato di Vostra Signoria scrisse a Madama"; in essa il Manfredi afferma di aver scritto delle lettere per ordine di Dorotea di Lorena indirizzate ai medesimi destinatari qui segnalati. Inoltre, scopriamo anche che il favore di cui qui solo si accenna era per Uberto Gambara]; e ancora altre due destinate a Firenze, al granduca [di Toscana, Ferdinando I de' Medici] e alla granduchessa [Cristina di Lorena, moglie di Ferdinando, e nipote della duchessa Dorotea di Lorena], per chiederne un altro, il quale non sarà da loro concesso, se ci si ragiona bene. Per tale motivo, il Manfredi dichiara di aver fatto scrivere le prime tre, ma non le ultime due: quindi, esorta anche la duchessa a far sì che queste non si scrivano; nel caso in cui Dorotea di Lorena non volesse "per soverchia modestia" venir meno all'impegno con la persona [non identificabile] alla quale aveva promesso le due lettere, la mandi dal Manfredi, il quale o la convincerà che è meglio non scrivere tali lettere, o la farà vergognare di averle chieste. [Si consideri che le lettere del Manfredi sono datate in modo fittizio, tali da poter essere disposte in modo consecutivo nel corso dell'anno 1591, e che i possibili riferimenti temporali ivi presenti potrebbero essere stati manipolati con accurata attenzione per far coincidere i tempi. In questa lettera, nello specifico, non ci sono elementi su cui poter ragionare circa una possibile datazione diversa da quella scritta dall'autore].
Fonte o bibliografia Muzio Manfredi, 'Lettere brevissime', Venezia, Meglietti, 1606, p. 209, n° 258
Compilatore Angeloni Alessandra
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