Mittente Manfredi Muzio Destinatario Dolce Giacopo (Giacomo) (Jacopo) Antonio, medico
Data 4/9/1591 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Nansì [Nancy, Francia] Luogo di arrivo Venezia
Incipit Hora, che io sono adirato col Signor Agostino Michele, per non havermi
Contenuto e note Muzio Manfredi scrive al medico Giacopo (Giacomo) (Jacopo) Antonio Dolce [cittadino veneziano, protomedico di Udine e poeta (Emmanuele Antonio Cigogna, 'Delle inscrizioni veneziane raccolte ed illustrate da Emmanuele Antonio Cigogna cittadino veneto', 6 voll., Venezia, Giuseppe Picotti, 1834, IV, p. 92)] raccontandogli di essere arrabbiato con Agostino Michele [cui Manfredi scrive sulla medesima questione nella lettera con incipit: "Quanto più penso al torto, che Vostra Signoria mi ha fatto": fu letterato veneziano e curatore delle lettere di Battista Guarini], in quanto questi non gli inviò mai le "opere stampate" di Bernardino Baldi, abate di Guastalla [dal 1585 al 1609] [per capire quali siano le opere a cui si riferisce il Manfredi, ci viene in aiuto un'altra lettera del Manfredi inviata direttamente a Bernardino Baldi, con incipit: "Né à Vicenza, né à Tortona, né dove sono hora", in cui il Manfredi fa riferimento alla 'Corona dell'anno' (Bernardino Baldi, 'La corona dell'anno [...]', Vicenza, Agostino dalla Noce, 1589) e ad altre due opere: le 'Egloghe miste' e la 'Favola di Leandro di Museo', entrambe pubblicate in: Bernardino Baldi, 'Versi e prose di monsignor Bernardino Baldi da Urbino abbate di Guastalla [...]', Venezia, Francesco de' Franceschi senese, 1590. Da questa lettera al Baldi, datata 23 novembre 1591, si desume che il Manfredi ottenne solo una delle tre opere. Sempre a Bernardino Baldi è indirizzata la lettera contenuta in 'Cento lettere scritte da Mutio Manfredi, il Fermo academico innominato [...] Novamente date in luce. Tutte in un soggetto [...]', Pavia, Viano, 1594, p. 16; da questa, datata 20 luglio 1593, si apprende che il Manfredi non ricevette mai le altre opere desiderate. Inoltre, sulla questione del mancato invio delle opere al Manfredi si vedano anche le lettere con incipit: "Il vostro cugino, che andò a Venetia, e promise di portarmi" indirizzata a Pompilio Basso, e "Vi priego quanto io posso, che mi diciate se mai in Venetia" destinata ad Agostino dalla Noce]; perciò, gli chiede che, se non avesse ancora terminato "la lite per la canzone del signor Guarguante", la finisca e la vinca "per dispetto"; se invece l'avesse già portata a termine, vorrebbe sapere che l'ha vinta, anche se "ci andasse qualche poco di quello del signor Guarguante" [tali affermazioni risultano di difficile comprensione; probabilmente il Guarguante citato è Orazio Guarguante (Guarguanti), altro corrispondente del Manfredi, a cui scrive seppur di questioni differenti, nella lettera con incipit: "Ho veduto qui un bel sonetto di Vostra Signoria et uno". La 'Canzone' del Guarguante potrebbe essere: 'Canzone d'Oratio Guarguante medico fisico, in morte del eccellentiss. sig. Gio. Battista Pona Academico Filarmonico all'illustre et eccellentiss. sig. Giacomo Mazzone (Jacopo Mazzoni) lettor primario della filosofia, nello studio di Pisa', Vicenza, Agostino dalla Noce, 1589. Tuttavia, non si hanno notizie di una lite tra il Dolce e il Michele su tale composizione]. Quindi, desidererebbe o che il suo destinatario causi anche qualche altro "dispiacere" [ad Agostino Michele], o che insegni a lui come fargliene; infine, lo invita a riportare [al Michele] tutto quanto gli ha scritto. [Si consideri che le lettere del Manfredi sono datate in modo fittizio, tali da poter essere disposte in modo consecutivo nel corso dell'anno 1591, e che i possibili riferimenti temporali ivi presenti potrebbero essere stati manipolati con accurata attenzione per far coincidere i tempi. In questa lettera, nello specifico, non ci sono elementi su cui poter ragionare circa una possibile datazione diversa da quella scritta dall'autore].
Fonte o bibliografia Muzio Manfredi, 'Lettere brevissime', Venezia, Meglietti, 1606, p. 200, n° 247
Compilatore Angeloni Alessandra
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