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Mittente |
Manfredi Muzio |
Destinatario |
Gonzaga Alfonsino |
Data |
11/7/1591 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Nansì [Nancy, Francia] |
Luogo di arrivo |
Mantova |
Incipit |
Ogni poco più, che io indugiassi a dar novella di me |
Contenuto e note |
Muzio Manfredi scrive ad Alfonsino [Cauzzi] Gonzaga [nel 1587, quando il Manfredi fu allontanato dalla corte del duca di Guastalla Ferrante II Gonzaga, riparò a Mantova presso Alfonsino Cauzzi Gonzaga e sua moglie Ippolita Gonzaga, sorella di Ferrante] affermando che indugiando nel dare sue notizie, questi potrebbe o pensarlo morto o che non si ricordi di lui; per tale motivo, visto che gli deve molto, lo avvisa di essere "vivo e sano" e di ricordarsi di lui, della sua "gentilezza et affabilità". Infine, dichiarando di amarlo e onorarlo, porge i suoi saluti anche alla moglie Ippolita [Gonzaga]. [Si consideri che le lettere del Manfredi sono datate in modo fittizio, tali da poter essere disposte in modo consecutivo nel corso dell'anno 1591, e che i possibili riferimenti temporali ivi presenti potrebbero essere stati manipolati con accurata attenzione per far coincidere i tempi. In questa lettera, nello specifico, non ci sono elementi su cui poter ragionare circa una possibile datazione diversa da quella scritta dall'autore]. [Per completezza, si noti che il Manfredi per il suo soggiorno a Mantova ringrazia anche Sigismondo Cauzzi Gonzaga, il padre di Alfonsino Cauzzi Gonzaga, nella lettera con incipit: "Non fu mai al mondo il più ingrato huomo di me"; e anche Francesco Cauzzi Gonzaga, congetturalmente figlio di Alfonsino, nella lettera con incipit: "La dolce memoria, che mi disse il Signor Giacomo Quaresima"]. |
Fonte o bibliografia |
Muzio Manfredi, 'Lettere brevissime', Venezia, Meglietti, 1606, p. 157, n° 192 |
Compilatore |
Angeloni Alessandra |
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