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Mittente |
Manfredi Muzio |
Destinatario |
Ariosto (Ariosti) Orazio |
Data |
1/7/1591 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Nansì [Nancy, Francia] |
Luogo di arrivo |
Ferrara |
Incipit |
Da che io scrissi da Tortona a Vostra Signoria di non haver preso |
Contenuto e note |
Muzio Manfredi scrive a Orazio Ariosto (Ariosti) [letterato, nipote "ex fratre" del più famoso Ludovico Ariosto; fu membro della stessa accademia del Manfredi: l'Accademia degli Innominati di Parma (Lucia Denarosi, 'L'accademia degli Innominati di Parma: teorie letterarie e progetti di scrittura (1574-1608)', Firenze, Società Editrice Fiorentina, 2003, p. 403)] affermando di non aver più avuto sue notizie, sebbene questi fosse al corrente del suo trasferimento [a Nancy in Francia, del dicembre 1590, al seguito della sua signora la duchessa Dorotea di Lorena]. Infatti, l'Ariosto non si fece più sentire da quando il Manfredi gli scrisse da Tortona [in Piemonte; Manfredi visse a Tortona presso la sua signora Dorotea di Lorena dal 1589 fino alla partenza per Nancy] di non aver preso a male "l'invenzione o soggetto" di quel sonetto [con incipit: "Terribilmente miserabil piangi"] composto da lui per la sua 'Semiramis tragedia' (Muzio Manfredi, 'La Semiramis tragedia [...]', Bergamo, Ventura, 1593, p. 80), dal momento che lo reputava di maggior gloria per quella ragione di cui parla Sperone [Speroni, letterato e giurista, morto nel 1588] nell''Apologia della sua Canace' [Sperone Speroni, 'Canace tragedia del sig. Sperone Speroni alla quale sono aggiunte alcune altre sue compositioni, & una apologia, & alcune lettioni in difesa della tragedia', Venezia, Giovanni Alberti, 1597]. Inoltre, ricorda di averlo invitato a stampare la sua tragedia [ci restano unicamente i titoli di due tragedie dell'Ariosti: 'Gige' e 'Sidona'] mentre "ripuliva" [cioè revisionava] la sua commedia ['Strega', rimasta inedita], e di avergli chiesto di inviargli qualche piccola parte del suo poema epico ['Alceo', interrotto al XVI canto e inedito]; quindi, rinnova nuovamente le sue richieste, promettendogli a sua volta qualcosa di suo. [Si consideri che le lettere del Manfredi sono datate in modo fittizio, tali da poter essere disposte in modo consecutivo nel corso dell'anno 1591, e che i possibili riferimenti temporali ivi presenti potrebbero essere stati manipolati con accurata attenzione per far coincidere i tempi. In questa lettera, nello specifico, non ci sono elementi su cui poter ragionare circa una possibile datazione diversa da quella scritta dall'autore]. |
Fonte o bibliografia |
Muzio Manfredi, 'Lettere brevissime', Venezia, Meglietti, 1606, p. 149, n° 181 [In entrambe le ed. la lettera è erroneamente numerata 181 invece di 182] |
Compilatore |
Angeloni Alessandra |
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