Mittente Manfredi Muzio Destinatario Ranucci Gio. Battista, messere
Data 7/6/1591 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Nansì [Nancy, Francia] Luogo di arrivo Perugia
Incipit Poiché non ci riuscì il disegno di ottenere la gratia
Contenuto e note Muzio Manfredi scrive a Giovan Battista Ranucci [dottore e avvocato nella Città di Castello in provincia di Perugia (cfr. Mezenzio Carbonario, 'Il governatore politico, e christiano di Mezentio Carbonario da Terni protonot. apostolico nel quale si discorre del modo, che deve tener ciascun che governa, tanto in stato pacifico, quanto inquieto [...]', Fabriano, Cesare Scaccioppa, 1617, p. 187)]: poiché non andò a buon fine il proposito di ottenere quella grazia che [la duchessa Dorotea di Lorena] chiese al granduca [di Toscana, Ferdinando I de' Medici; sulla questione del favore richiesto, si tenga presente che sua moglie Cristina di Lorena era nipote di Dorotea di Lorena] a favore del Ranucci attraverso delle lettere inviate da Tortona [in Piemonte, dove Manfredi soggiornò presso la sua signora Dorotea di Lorena dal 1589 fino al trasferimento a Nancy del dicembre 1590], il Manfredi ha deciso di fargliela domandare anche dal duca di Lorena [Carlo III di Lorena, padre di Cristina di Lorena, nonché fratello di Dorotea di Lorena], suocero [di Ferdinando], e di far scrivere alla granduchessa [consorte di Toscana, Cristina] da sua sorella la principessa [forse Elisabetta Renata di Lorena, o Antonia di Lorena, o ancora Caterina di Lorena]. In seguito, dichiara che sarebbe conveniente che il Ranucci avesse una qualche persona "di qualche grado" o alla corte [di Perugia] o di Firenze, la quale si occupi di presentare le lettere, di sollecitarne la spedizione e le risposte; così, gli chiede di comunicargli se ha una persona che possa svolgere tale ruolo, e quindi a chi e dove deve spedire le lettere. [Si consideri che le lettere del Manfredi sono datate in modo fittizio, tali da poter essere disposte in modo consecutivo nel corso dell'anno 1591, e che i possibili riferimenti temporali ivi presenti potrebbero essere stati manipolati con accurata attenzione per far coincidere i tempi. In questa lettera, nello specifico, non ci sono elementi su cui poter ragionare circa una possibile datazione diversa da quella scritta dall'autore].
Fonte o bibliografia Muzio Manfredi, 'Lettere brevissime', Venezia, Meglietti, 1606, p. 127, n° 158
Compilatore Angeloni Alessandra
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