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Mittente |
Manfredi Muzio |
Destinatario |
Salvi Grufi Idalia, sua suocera |
Data |
25/4/1591 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Nansì [Nancy, Francia] |
Luogo di arrivo |
Perugia |
Incipit |
Vorreste ogni giorno intendere della Signora Hippolita e con molta ragione |
Contenuto e note |
Muzio Manfredi scrive a Idalia Salvi Grufi, sua suocera [in quanto madre di sua moglie Ippolita Benigni Della Penna, musicista e dama della stessa signora del Manfredi, la duchessa Dorotea di Lorena]: così come lei vorrebbe avere notizie di [sua figlia] Ippolita ogni giorno, anche loro desidererebbero avere notizie di Idalia più spesso: volontà che non possono essere soddisfatte a causa della lontananza [Muzio e Ippolita si trovano a Nancy in Francia, a causa del trasferimento di Dorotea di Lorena, avvenuto nel dicembre 1590; Idalia invece si trova a Perugia, secondo il luogo di spedizione della lettera]. In seguito, afferma che da quando Ippolita è diventata sua moglie, è divenuto suo compito occuparsi di lei, e poiché egli la ama come la sua vita, ne consegue che stia bene; inoltre, [Dorotea di Lorena] la tratta più come una figlia che come una dama, come Muzio le ha già più volte scritto [in lettere non identificabili]; non le manca nulla e ha un maestro di musica [forse il musicista Giovanni Andrea Robiati (Robiato), citato nella lettera con incipit: "Mi domandaste già con lettere di Baviera in Italia, due Dialoghi"]. Infine, conclude che Ippolita si ricorda di lei e che talvolta le scrive [nel comprendere meglio le attenzioni della madre rivolte alla figlia che si desumono dalle parole del Manfredi, si tenga presente che Ippolita Della Penna nacque all'incirca nel 1575; quindi nel 1591, data della lettera analizzata, aveva circa 16 anni. L'età di Ippolita è desumibile da un'altra lettera contenuta in: 'Cento lettere scritte da Mutio Manfredi, il Fermo academico innominato [...] Novamente date in luce. Tutte in un soggetto [...]', Pavia, Viano, 1594, p. 57; in essa Manfredi afferma che la moglie è in quel momento, nel 1593, "nel dici dottesimo anno"]. [Si consideri che le lettere del Manfredi sono datate in modo fittizio, tali da poter essere disposte in modo consecutivo nel corso dell'anno 1591, e che i possibili riferimenti temporali ivi presenti potrebbero essere stati manipolati con accurata attenzione per far coincidere i tempi. In questa lettera, nello specifico, non ci sono elementi su cui poter ragionare circa una possibile datazione diversa da quella scritta dall'autore]. |
Fonte o bibliografia |
Muzio Manfredi, 'Lettere brevissime', Venezia, Meglietti, 1606, p. 90, n° 115 |
Compilatore |
Angeloni Alessandra |
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