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Mittente |
Manfredi Muzio |
Destinatario |
Isolani Ridolfo, conte [di Minerbio] |
Data |
1/3/1591 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Nansì [Nancy, Francia] |
Luogo di arrivo |
Bologna |
Incipit |
Mi fu detto (non mi ricorda dove, né da cui) |
Contenuto e note |
Muzio Manfredi scrive al conte [la famiglia Isolani risulta detenere il titolo di conti feudatari di Minerbio, territorio appartenente a Bologna] Ridolfo Isolani [ambasciatore della famiglia de' Medici a Firenze (Caroline Murphy, 'Lavinia Fontana and Le Dame della Citta: understanding female artistic patronage in late sixteenth-century Bologna', «Renaissance Studies», X, 1996, pp. 190-208: 192, nota 6)] affermando di aver saputo, seppur non si ricordi dove e da chi, che l'Isolani ha lasciato Firenze ed è tornato a Bologna. Il Manfredi ipotizza che tale scelta sia dovuta a due possibili motivi: forse l'Isolani ha voluto lasciare la "corte" [dei Medici], oppure è dovuto tornare in patria per il suo ruolo di senatore. Tuttavia, non essendo sicuro che la notizia del trasferimento sia vera, chiede un riscontro diretto al suo destinatario; infatti, necessita di sapere se può continuare a inviargli le lettere come ha finora fatto, inerenti quel negozio che intende portare avanti con il Granduca di Toscana [Ferdinando I de' Medici]. Sempre sulla medesima questione, aggiunge poi che non vuole che "la durezza dell'Arcivescovo di Pisa" [Carlo Antonio Dal Pozzo, fedele consigliere di Ferdinando I de Medici, e prima anche del granduca Francesco I de' Medici, fratello di Ferdinando] lo porti a servirsi male dell'umanità di Ferdinando I [per capire meglio la questione del negozio si veda anche la lettera del Manfredi destinata a Ferdinando I con incipit: "Confesso, che io errai a non fare riverenza all'Altezza Vostra", dalla quale si apprende che il Dal Pozzo fece da intermediario nel negozio tra il Manfredi e Ferdinando I, con risultati insoddisfacenti]. Infine, Muzio porge i suoi saluti non solo all'Isolani, ma anche a sua moglie, Costanza Alidori. [Per completezza, si rimanda alla lettera con incipit: "Sa Vostra Signoria ch'io sono in Lorena. Disidero di sapere", nella quale Manfredi chiede a Ferrante de' Rossi il favore di far recapitare le sue lettere a Ferdinando I, dato che l'Isolani non si trovava più a corte]. [Si consideri che le lettere del Manfredi sono datate in modo fittizio, tali da poter essere disposte in modo consecutivo nel corso dell'anno 1591, e che i possibili riferimenti temporali ivi presenti potrebbero essere stati manipolati con accurata attenzione per far coincidere i tempi. In questa lettera, nello specifico, non ci sono elementi su cui poter ragionare circa una possibile datazione diversa da quella scritta dall'autore]. |
Fonte o bibliografia |
Muzio Manfredi, 'Lettere brevissime', Venezia, Meglietti, 1606, p. 48, n° 60 |
Compilatore |
Angeloni Alessandra |
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