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Mittente |
Manfredi Muzio |
Destinatario |
Fratta Giovanni, dottore di leggi |
Data |
28/2/1591 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Nansì [Nancy, Francia] |
Luogo di arrivo |
Legnago |
Incipit |
Non mi maraviglio se in Lorena non ho ancora lettere |
Contenuto e note |
Muzio Manfredi scrive al dottore di leggi Giovanni Fratta [letterato originario di Verona; la lettera risulta spedita a Legnago in quanto il Fratta vi si trasferì per motivi economici (Giovanni Fratta, 'Nigella. Favola pastorale', a cura di Paola Lasagna, Bologna, ArchetipoLibri, 2012, p. 7)] affermando di non essere meravigliato del fatto che in Lorena [a Nancy in Francia, dove soggiornò dal dicembre 1590 dopo il trasferimento della sua signora Dorotea, la duchessa di Lorena] non abbia mai ricevuto sue lettere, per due motivi: da un lato egli è giunto qui da "poco più di due mesi" soltanto, dall'altro lato poiché anche "in Lombardia" [o a Mantova, dove il Manfredi soggiornò nel 1587 presso Alfonsino Cauzzi Gonzaga e Ippolita Gonzaga, oppure nel novembre 1590 quando fu in Lombardia secondo quanto affermato dallo stesso nella lettera: "Già vi parlai in Venetia di un'opera di un mio carissimo amico"] il Fratta si faceva desiderare nella corrispondenza. Se a queste sue affermazioni il suo destinatario potrebbe rispondere fingendo di non aver mai ricevuto le sue lettere, e di non sapere dove egli si trovi per potergli scrivere, lui gli ricorda di avergli scritto che sarebbe andato a Nansì [Nancy] una volta partito da Tortona [in Piemonte. Il Manfredi vi soggiornò dal 1589 al servizio della sua signora Dorotea, fino al trasferimento a Nancy nel dicembre 1590]; ora con questa lettera lo avvisa di esserci arrivato, anche se preferirebbe essere in una "spelunca d'Italia" [tale affermazione è da leggere alla luce del fatto che per lui Nancy fu sistemazione sempre poco apprezzata, e quindi avrebbe preferito persino un posto squallido purché in Italia]. Infine, il Manfredi conclude invitando il Fratta a scrivergli e a mandargli qualche canto dal nono in poi del suo Poema ['La Malteide poema del signor Giovanni Fratta [...]', Venezia, Zaltieri, 1596]. [Con la sua affermazione il Manfredi dimostra di aver probabilmente già letto i canti fino all'ottavo: ne consegue che si trattò probabilmente di una circolazione manoscritta dei canti, dato che la pubblicazione dell'opera integrale avvenne cinque anni più tardi rispetto alla datazione della lettera, cioè nel 1596]. [Si consideri che le lettere del Manfredi sono datate in modo fittizio, tali da poter essere disposte in modo consecutivo nel corso dell'anno 1591, e che i possibili riferimenti temporali ivi presenti potrebbero essere stati manipolati con accurata attenzione per far coincidere i tempi. In questa lettera, nello specifico, non ci sono elementi su cui poter ragionare circa una possibile datazione diversa da quella scritta dall'autore]. |
Fonte o bibliografia |
Muzio Manfredi, 'Lettere brevissime', Venezia, Meglietti, 1606, p. 47, n° 59 |
Compilatore |
Angeloni Alessandra |
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