Mittente Manfredi Muzio Destinatario Basso Pompilio
Data 24/1/1591 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Nansì [Nancy, Francia] Luogo di arrivo Castelnuovo di Scrivia
Incipit Il vostro cugino, che andò a Venetia, e promise di portarmi
Contenuto e note Muzio Manfredi scrive a Pompilio Basso [non si trovano maggiori informazioni sul personaggio] pregandolo di trovare un modo per inviargli quei libri che il cugino del Basso [non identificabile], secondo la supposizione del Manfredi probabilmente già tornato da Venezia, aveva promesso di portargli; libri fornitigli a sua volta da Agostino Michel [Michele, letterato veneziano e curatore delle lettere di Battista Guarini; a costui il Manfredi scrive personalmente nella lettera con incipit: "Quanto più penso al torto, che Vostra Signoria mi ha fatto", sempre in riferimento alla questione qui già descritta; da essa desumiamo che all'altezza della data di tale lettera, 2 giugno 1591, Manfredi ancora non aveva ricevuto i libri desiderati], ossia delle "opere rarissime" dell'abate di Guastalla [Bernardino Baldi: anche a costui il Manfredi scrive direttamente nella lettera con incipit: "Né à Vicenza, né à Tortona, né dove sono hora" sempre sulla medesima questione; attraverso questa lettera possiamo desumere quali fossero quelle opere tanto desiderate dal Manfredi: egli dice di avere la 'Corona dell'anno' (Bernardino Baldi, 'La corona dell'anno [...]', Vicenza, Agostino dalla Noce, 1589), ma non le 'Egloghe miste' e la 'Favola di Leandro di Museo', entrambe pubblicate in: Bernardino Baldi, 'Versi e prose di monsignor Bernardino Baldi da Vrbino abbate di Guastalla [...]', Venezia, Francesco de' Franceschi senese, 1590; tale lettera è datata 23 novembre 1591, e ancora due opere non sono stati ricevute dal Manfredi. Sempre a Bernardino Baldi è indirizzata la lettera contenuta in 'Cento lettere scritte da Mutio Manfredi, il Fermo academico innominato [...] Novamente date in luce. Tutte in un soggetto [...]', Pavia, Viano, 1594, p. 16; da questa, datata 20 luglio 1593, si apprende che il Manfredi non ricevette mai le opere desiderate]. Manfredi conclude invitando il Basso, nel caso in cui non riuscisse ad inviargli le opere, ad avvisarlo almeno su quanto debba aspettare. [Sempre delle opere dell'abate di Guastalla, il Manfredi parla anche nella lettera con incipit: "Vi priego quanto io posso, che mi diciate se mai in Venetia" indirizzata allo stampatore Agostino dalla Noce, il quale aveva l'incarico di stampare quella 'Corona dell'anno' già precedentemente nominata; lettera con incipit: "Hora, che io sono adirato col Signor Agostino Michele, per non havermi", indirizzata a Giacopo Antonio Dolce in merito a un possibile dispetto contro il Michele]. [Si consideri che le lettere del Manfredi sono datate in modo fittizio, tali da poter essere disposte in modo consecutivo nel corso dell'anno 1591, e che i possibili riferimenti temporali ivi presenti potrebbero essere stati manipolati con accurata attenzione per far coincidere i tempi. In questa lettera, nello specifico, non ci sono elementi su cui poter ragionare circa una possibile datazione diversa da quella scritta dall'autore].
Fonte o bibliografia Muzio Manfredi, 'Lettere brevissime', Venezia, Meglietti, 1606, p. 22, n° 24
Compilatore Angeloni Alessandra
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