Mittente Manfredi Muzio Destinatario Scutellari Antonio, messere
Data 20/1/1591 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Nansì [Nancy, Francia] Luogo di arrivo Parma
Incipit Con la medesima comodità, che io scrivo hora a voi
Contenuto e note Muzio Manfredi scrive ad Antonio Scutellari [fratello di Jacopo Scutellari, che fu membro della stessa accademia del Manfredi: l'Accademia degli Innominati di Parma; conosciuto come "l'Obbligato" (Lucia Denarosi, 'L'accademia degli Innominati di Parma: teorie letterarie e progetti di scrittura (1574-1608)', Firenze, Società Editrice Fiorentina, 2003, p. 406)] affermando di aver scritto a Eugenio Visdomini [nella lettera con incipit: "Hora che il Signor Conte Pomponio Torelli vi ha fatta la strada"] e a Gabriello (Gabriele) Bambasi (Bombasi, Bombace) [nella lettera con incipit: "Perché non mandate hora in luce l'Alidoro, e la Lucretia vostre Tragedie?"], invitandoli a stampare le loro tragedie [del Visdomini: 'Amata' ed 'Edipo', entrambe inedite; del Bambasi: 'Lucrezia', inedita; e 'Alidoro', di cui è stato pubblicato solo il resoconto di una rappresentazione della tragedia in: Gabriele Bombace, 'Il successo dell'Alidoro, tragedia rappresentata in Reggio alla sereniss. Regina Barbara d'Austria Duchessa di Ferrara', Reggio, Bartoli, 1568], così come il conte [di Montechiarugolo] Pomponio [Torelli (Torello): anche lui membro dell'Accademia degli Innominati di Parma, conosciuto come "il Perduto" (Denarosi, op. cit., p. 407)] ha stampato la sua [tragedia 'Merope' (Pomponio Torelli, 'La Merope tragedia del conte Pomponio Torello [...]', Parma, Viotto, 1589), di cui il Manfredi parla nella lettera con incipit: "Non prima che hora ho potuto ringratiar Vostra Signoria come affettuosamente"]. [Per l'interpretazione della lettera, si tenga presente che dopo la pubblicazione della 'Merope' del Torelli, Manfredi preso da entusiasmo sollecita i suoi compagni Innominati a pubblicare le loro tragedie, cercando così un modo per poter superare l'incompiutezza del genere tragico (Denarosi, op. cit., p. 256); a questo proposito, a questa lettera possono essere accostate le altre due precedentemente citate, al Visdomini e al Bambasi]. Il Manfredi spiega che tali inviti hanno lo scopo di far conoscere al mondo che l'Accademia degli Innominati non è famosa per un solo uomo, ma per tanti; e così invita anche lo Scutellari a far stampare la "nobilissima e perfetta" tragedia 'Atamante' [perduta] di suo fratello Giacopo (Jacopo, Giacomo) [Scutellari], consacrandola a "Ridolfo virtuosissimo Cesare", così che il fratello morto come medico di un imperatore [Jacopo Scutellari fu medico dell'imperatore Rodolfo II d'Asburgo, al servizio del quale morì nel 1590 circa ('Dizionario biografico universale, contenente le notizie più importanti sulla vita e sulle opere degli uomini celebri [...] Prima versione dal francese con molte giunte e correzioni [...]', 5 voll., a cura di Felice Scifoni, Firenze, Passigli, 1840, IV, p. 1190)], riviva ora come poeta di un imperatore: così facendo, Antonio Scutellari potrà rendere onore al fratello morto, e consolarsi. [Si consideri che le lettere del Manfredi sono datate in modo fittizio, tali da poter essere disposte in modo consecutivo nel corso dell'anno 1591, e che i possibili riferimenti temporali ivi presenti potrebbero essere stati manipolati con accurata attenzione per far coincidere i tempi. In questa lettera, nello specifico, non ci sono elementi su cui poter ragionare circa una possibile datazione diversa da quella scritta dall'autore].
Fonte o bibliografia Muzio Manfredi, 'Lettere brevissime', Venezia, Meglietti, 1606, p. 18, n° 20
Compilatore Angeloni Alessandra
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