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Mittente |
Manfredi Muzio |
Destinatario |
Visdomini Eugenio, dottore di leggi, suo compare |
Data |
18/1/1591 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Nansì [Nancy, Francia] |
Luogo di arrivo |
Parma |
Incipit |
Hora che il Signor Conte Pomponio Torelli vi ha fatta la strada |
Contenuto e note |
Muzio Manfredi scrive al dottore di leggi Eugenio Visdomini [fu fondatore e segretario "perpetuo" della stessa accademia del Manfredi: l'Accademia degli Innominati di Parma; conosciuto come "il Roco" (Lucia Denarosi, 'L'accademia degli Innominati di Parma: teorie letterarie e progetti di scrittura (1574-1608)', Firenze, Società Editrice Fiorentina, 2003, pp. 15, 36, 407)] chiedendogli quando ha intenzione di stampare le sue due tragedie 'Amata' [inedita] ed 'Edipo' [inedita], dato il fatto che anche il conte [di Montechiarugolo] Pomponio Torelli (Torello) [anche lui membro dell'Accademia degli Innominati di Parma, conosciuto come "il Perduto" (ivi, p. 407)] ha stampato la sua tragedia 'Merope' (Pomponio Torelli, 'La Merope tragedia del conte Pomponio Torello [...]', Parma, Viotto, 1589) [di cui il Manfredi parla nella lettera con incipit: "Non prima che hora ho potuto ringratiar Vostra Signoria come affettuosamente"]. Quindi, il Manfredi esorta il Visdomini a stampare le sue due tragedie rendendo "certa" sia la loro epoca che la lingua, così che anche il genere tragico acquisti quello splendore già raggiunto dagli altri generi letterari. [Si noti che dopo la pubblicazione della 'Merope' del Torelli, Manfredi preso da entusiasmo sollecita i suoi compagni Innominati a pubblicare le loro tragedie, cercando così un modo per poter superare l'incompiutezza del solo genere tragico (Denarosi, op. cit., p. 256); a questo proposito, a questa lettera ne possono essere accostate altre due, per l'appunto relative ad altrettanti inviti del Manfredi alla pubblicazione di tragedie di altri Innominati: a Gabriello Bambasi con incipit: "Perché non mandate hora in luce l'Alidoro, e la Lucretia vostre Tragedie?" e ad Antonio Scutellari con incipit: "Con la medesima comodità, che io scrivo hora a voi"]. [Si consideri che le lettere del Manfredi sono datate in modo fittizio, tali da poter essere disposte in modo consecutivo nel corso dell'anno 1591, e che i possibili riferimenti temporali ivi presenti potrebbero essere stati manipolati con accurata attenzione per far coincidere i tempi. In questa lettera, nello specifico, non ci sono elementi su cui poter ragionare circa una possibile datazione diversa da quella scritta dall'autore]. |
Fonte o bibliografia |
Muzio Manfredi, 'Lettere brevissime', Venezia, Meglietti, 1606, p. 16, n° 18 |
Compilatore |
Angeloni Alessandra |
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