Mittente Manfredi Muzio Destinatario d'Oria (Doria) Andrea (Giovanni Andrea) (Gian Andrea), cavaliere di San Giacomo [di Compostela]
Data 9/1/1591 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Nansì [Nancy, Francia] Luogo di arrivo Tortona
Incipit Da più altri Vostra Signoria havrà inteso l'arrivo nostro felice
Contenuto e note Muzio Manfredi scrive al cavaliere di San Giacomo [di Compostela], Andrea (Giovanni Andrea) (Gian Andrea) d'Oria (Doria) [ammiraglio e nobile italiano, pronipote del più famoso ammiraglio e politico Andrea Doria], affermando che se il Doria era già probabilmente al corrente da altri [non identificabili] del loro arrivo a Nansì [Nancy in Francia, dove soggiornò dal dicembre 1590 dopo il trasferimento della sua signora, la duchessa Dorotea di Lorena] e dell' "ottima salute" di [Dorotea], ora con questa lettera saprà anche che ella ha intenzione di "porre qualche modo alle cose sue e ristringersi alquanto di famiglia" [congetturalmente in riferimento al fatto che Dorotea di Lorena stesse pensando di licenziare alcuni al suo servizio. Si noti che nella lettera: "Al dolore, che io sento della morte del Signor Giacomo", Muzio dichiara alla destinataria che se sapesse in che situazione si trova Dorotea di Lorena, non solo non le chiederebbe dei soldi, ma avrebbe compassione sia di lei sia di coloro che la servono. Alla luce di ciò sembrerebbe che la situazione economica della Duchessa non fosse ottimale]. Manfredi non crede che la sua signora possa realmente attuare ciò in quanto "troppo tenera", ma nel caso in cui dovesse portare a termine la sua volontà toglierebbe "la credenza" [con il senso di "togliere da mangiare"] a chi l'ha trascurata nei propri interessi e manderebbe questi a mangiare il pane dove "si mastica, e non più del suo, che da' tali si mangia con la cocchiara né se ne contentano" [la frase in questione sembrerebbe significare che gli uomini che potrebbero essere licenziati da Dorotea di Lorena si ritroverebbero in luoghi dove si mangia a bocconi, cioè poco, e non più da lei, dove, pur mangiando in abbondanza (a cucchiaiate), non si accontentano]. [Si consideri che le lettere del Manfredi sono datate in modo fittizio, tali da poter essere disposte in modo consecutivo nel corso dell'anno 1591, e che i possibili riferimenti temporali ivi presenti potrebbero essere stati manipolati con accurata attenzione per far coincidere i tempi. In questa lettera, nello specifico, non ci sono elementi su cui poter ragionare circa una possibile datazione diversa da quella scritta dall'autore].
Fonte o bibliografia Muzio Manfredi, 'Lettere brevissime', Venezia, Meglietti, 1606, p. 9, n° 9
Compilatore Angeloni Alessandra
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