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Mittente |
Doni Anton Francesco |
Destinatario |
Farnese [Alessandro] |
Data |
19/5/1543 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Piacenza |
Luogo di arrivo |
[Roma] |
Incipit |
Siate pur certo Illustrissimo Signore, ch'io ho letto una gran somma di lettere |
Contenuto e note |
Dopo aver perso i suoi benefattori, il "gran cardinale" Ippolito de' Medici e il "magnanimo" duca Alessandro de' Medici, e dopo aver tentato invano di entrare in Parnaso (scrivendo, attraverso il Burchiello, a Dante, Petrarca e Boccaccio), Doni si offre come servitore al cardinal Farnese, al quale presenta un sonetto. Nel principio dell'epistola sostiene di aver letto i libri di lettere stampati da Francesco Marcolini, da Antonio Gardane e da [Paolo] Manuzio, e di aver cercato, per trovar ispirazione nello scrivere al destinatario, una lettera di Pitagora, la lettera posta da Ulisse nel letto di Palamede, quella da Apollo scritta a Delfi. |
Fonte o bibliografia |
Tre libri di lettere del Doni. E i termini della lingua toscana, Venezia, Marcolini, 1552, pp. 49-51 |
Compilatore |
Genovese Gianluca |
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