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Mittente |
Rinaldi Cesare |
Destinatario |
Manzini Giovan Battista |
Data |
15/2/1618 |
Tipo data |
Effettiva |
Luogo di partenza |
Bologna |
Luogo di arrivo |
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Incipit |
Se Virgilio tornasse al mondo, o ci trarressimo dalle vene |
Contenuto e note |
Rinaldi ritiene che Virgilio sbagliò a mettere la Fatica davanti alle porte dell'inferno insieme alle cose più "nocive" per l'uomo [Eneide, VI, vv. 273-281]: senza di essa infatti l'intelletto non produrrebbe nulla. Riferisce poi di averne vista una bellissima rappresentazione, dove una donna matura e robusta allatta due fanciulle, l'Eloquenza e la Sapienza. Senza la fatica, [Girolamo] Preti non avrebbe scritto la 'Salmace' [Bologna, eredi di Rossi, 1608] e [Ridolfo] Campeggi 'Le lagrime di Maria vergine' [Bologna, Bonomi, 1617]. Esorta dunque Manzini a faticare nei suoi studi. |
Fonte o bibliografia |
Cesare Rinaldi, Lettere, Bologna, eredi di Cochi, 1624, vol. 2, pp. 207-208 [Il link del documento rimanda alla precedente edizione (Cesare Rinaldi, Lettere, Bologna, Cochi, 1620), la più recente disponibile in rete] |
Compilatore |
Chiesa Federica |
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