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Mittente |
Rinaldi Cesare |
Destinatario |
Gondi Antonio |
Data |
15/10/1611 |
Tipo data |
Effettiva |
Luogo di partenza |
Bologna |
Luogo di arrivo |
Firenze |
Incipit |
L'amicitia con interesse è simile all'Arpicordo |
Contenuto e note |
Rinaldi paragona l'amicizia interessata a un arpicordo che soffre ogni cambio di stagione, e l'amicizia virtuosa alle "squille" che invece mantengono sempre inalterato il loro suono. Ribadisce la sua amicizia nei confronti di Gondi, dovesse pure egli trasferirsi a Firenze da [Ferrara], città nella quale ha preso nome di "Spensierato" [Rinaldi fu membro dell'Accedemia degli Spensierati di Ferrara, dove era conosciuto come il Neghittoso. Sotto questo nome pubblica il primo volume delle sue 'Lettere', Venezia, Baglioni, 1617] grazie al sostegno del cavalier Panciatichi e del signor [Belisario?] Vinta. Ringrazia per le lodi che gli ha rivolto, ma chiede che l'elogio lo consideri solo come parte del gruppo di quei signori. [Il vicario di Bologna Iacopo Panciatichi, pistoiese, amico di Giulio Segni fu sicuramente noto a Rinaldi negli stessi anni, come si evince dalle lettere di Bonifacio Vannozzi; improbabile però che qui Rinaldi si riferisca a lui, perché lo appella con il titolo di cavaliere e non con quello proprio di monsignore]. |
Fonte o bibliografia |
Cesare Rinaldi, Lettere, Bologna, Cochi, 1620, vol. 1, pp. 327-328 |
Compilatore |
Chiesa Federica |
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