Mittente Malaraggia Paolo Destinatario Aprosio Angelico
Data 29/10/1666 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Parma Luogo di arrivo
Incipit La benignissima scritta da Vostra Paternità Reverendissima al mio adoratissimo Signor Consigliere
Contenuto e note Risponde a una lettera indirizzata a Pietro Francesco Passerini. Da quattro mesi sono entrambi a Parma, dove il duca [Ranuccio II Farnese] ha designato Passerini suo consigliere a latere, “che è il primo posto di confidenza, che si dispensi a i togati in questi stati [di Parma e di Piacenza]”. Sono perciò tutti e due occupatissimi. Si rallegrano che Aprosio si sia “liberat[o] d’ogni malore”. Dà “quasi disperato il caso dell’impressione dell’'Indice'”, per mancanza di tempo e, soprattutto, perché a Parma non può disporre della biblioteca [di Passerini, che è a Piacenza]. Quanto alle novità richieste da Aprosio [che aveva ripreso il progetto delle 'Athenae Italicae'] intorno agli “scrittori piacentini”, non sa che dire, dato che pochi suoi concittadini “attendono” alle lettere. Per maggiori informazioni lo indirizza a Giovanni [Nicelli], perché, “come fratello [uterino] del padre don Presidio [Giovanni Pietro Crescenzi Romani], havrà molte cognitioni, che non tutti forsi havranno”. Sicuramente il [Nicelli] farà del suo meglio, sebbene in passato non abbia ottenuto da Aprosio quanto gli aveva domandato. Si congratula con il Ventimiglia, che “habbia in suo potere sì numeroso essercito” di libri: “veramente 6.000 volumi devono empire un bel spatio”. Le “operette” di Passerini, che Aprosio gli cerca, al momento non possono essergli inviate, “perché il tutto è restato a Piacenza nella libraria, numerosa di 4.500 volumi, e forsi più”. Spera di tornarvi presto, e allora spedirà “tutto quello che si troverà, essendo che queste operette sono quasi tutte state disperse, perché il signor consigliere [Passerini] non ne ha fatto conto”. [Juan] Caramuel “risiede al suo vescovato [di Satriano e Campagna] e va continuando a beneficare il mondo letterario con le sue opere”, dove assai spesso menziona Passerini “approvando le sue dottrine con molta lode”. Facciano pure i maligni suoi detrattori, “che sempre monsignor Caramuele trionfarà”. Di recente ha pubblicato due tomi “veramente dotti” di 'Teologia regolare' ['Theologia regularis', Lione, Anisson, 1665], in cui cita encomiasticamente anche lo stesso Malaraggia. Gli 'Elogi [d’huomini letterati', Venezia, Combi e La Noù, 1666] di [Lorenzo] Crasso “sono già stampati”. D’ordine dell’autore, gli stampatori devono inviargliene una copia, che pensa di ricevere da un momento all’altro. Cercherà di informarsi se Giuseppe Bresciani [Bressiani] sia ancor vivo, oppure no; così pure per Francesco [Bresciani]. Di [Girolamo] Ghilini non ha sentito più parlare da molto tempo. Manderà prossimamente ad Aprosio la richiesta “notitia de’ componimenti fatti da’ [piacentini] viventi”. L’'Historia [ecclesiastica di Piacenza'] di [Pietro Maria] Campi [Piacenza, Bazachi, 1651-1662] “è ristretta ne’ tre volumi impressi, né ve n’è altro da stampare”. Di altre recenti edizioni locali darà poi nota ad Aprosio. Vuole scrivere quanto prima a [Giovanni Francesco] Bonomi, “per sapere in che stato si ritrova l’opera ['Il parto dell’orsa', Bologna, Dozza, 1667]”, che Aprosio gli ha segnalato “esser sotto il torchio”. Trasmette i saluti di Passerini.
Fonte o bibliografia Genova, Biblioteca Universitaria, ms E.VI.24, nr. 88
Compilatore Ceriotti Luca
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