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Mittente |
Rinaldi Cesare |
Destinatario |
Pepoli Ercole, Conte |
Data |
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Tipo data |
assente |
Luogo di partenza |
Bologna |
Luogo di arrivo |
Ferrara |
Incipit |
Per le nozze di Vostra Signoria Illustrissima ho formata un'Impresa |
Contenuto e note |
Per le nozze di Pepoli [con Vittoria Cibò nel 1607], Rinaldi aveva formato una "impresa" e, sopra questa, una canzone in cui descriveva gli amori dei due coniugi. Il testo raccontava di un pastorello che incide una palma sulla corteccia di un albero; ai piedi della pianta stende la pelle del leone Nemeo e sul tronco aggiunge il motto: "Viver non può senza Vittoria Alcide". Ogni elemento della foresta canta di giubilo. Rinaldi non si accontenta del componimento composto allora e ne manda un altro. [Alla lettera sono allegati tre componimenti per le nozze di Pepoli con Vittoria Cibò: l'impresa 'Nel midollo d'un Faggio', la canzone 'Quanti armoniza fuore', e un dialogo in musica tra Fama, Vittoria, Alcide, Amore, il cui incipit è 'Io son tarda, io son cieca'. I componimenti in questione furono pubblicati nella raccolta 'Nelle nozze del co. Ercole Pepoli et d. Vittoria Cibo' (Bologna, eredi di Rossi, 1609). La lettera e i tre componimenti sono presenti solo nella prima edizione delle 'Lettere' (Venezia, Baglioni, 1617) e furono eliminati nelle successive (Bologna, Cochi, 1620 e Bologna, eredi di Cochi, 1624). Quanto alla data, la lettera è da collocare verosimilmente tra il 1607 e il 1609.] |
Fonte o bibliografia |
Cesare Rinaldi, Lettere, Venezia, Baglioni, 1617, pp. 102-107 |
Compilatore |
Chiesa Federica |
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