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Mittente |
Guasco Annibale |
Destinatario |
Vittone Francesco |
Data |
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Tipo data |
Assente |
Luogo di partenza |
[Alessandria] |
Luogo di arrivo |
[Ravenna] |
Incipit |
Questa casa, et io fra gli altri ha sentito molto piacere |
Contenuto e note |
Guasco rivela che sia lui che la sua "casa" [la moglie Laura Bellone e i figli Francesco, Lavinia, Cesare, Caterina e Veronica] hanno provato piacere nel sentire che Francesco Vittone sia arrivato a così "buon porto", dopo la sua pericolosa "borasca" in mare. Dopo essersi congratulato con il destinatario del rischio "fuggito" e della "ventura" ritrovata, Guasco ricorda di essere pronto a servire Francesco Vittone in tutte le occasioni che si presenteranno. Il mittente continua affermando che tocca a Vittone ora "stimolar" sé stesso per onor proprio e di chi lo ha "allevato" per molto tempo [il Guasco stesso, come si apprende dalla lettera precedente con incipit "Le virtù di Vostra Signoria non mi hanno mai lasciato uscir dalla memoria"], in modo che possa migliorare crescendo negli anni e nella servitù di "cotesto Signore" [Pietro Bertodano?]; in questo modo il "Signore" potrà accrescere "l'obligatione" di giovare a Vittone, e, viceversa, Vittone potrà avere l'occasione di perfezionare se stesso e di aiutare la sua casa. Dopo aver augurato al destinatario di rimanere sano, Guasco si congeda. ["Cotesto Signore" potrebbe essere il Cavalier Pietro Bertodano, a cui è indirizzata la lettera precedente già citata e nella quale si trova il riferimento al fatto che Guasco abbia "allevato" Francesco Vittone per lungo tempo] |
Fonte o bibliografia |
Annibale Guasco, Lettere, Treviso, G. B. Bertoni, 1603, p. 126. |
Compilatore |
Conti Laura |
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