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Mittente |
Guasco Annibale |
Destinatario |
Bellone Nicolò |
Data |
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Tipo data |
Assente |
Luogo di partenza |
[Alessandria] |
Luogo di arrivo |
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Incipit |
Io me ne venni in qua con gran martello, incerto del progresso del male di Vostra Signoria |
Contenuto e note |
Guasco scrive al cognato Nicolò Bellone [fratello di sua moglie, Laura Bellone] per avere notizie sulla sua salute; egli ricorda, inoltre, la promessa fattagli dal destinatario, il quale avrebbe dovuto visitare il Guasco per "lasciarsi qui [ad Alessandria] godere" della compagnia di "coteste Signore" [?], includendo fra esse anche Veronica [Bellone]. Il Guasco fa, poi, riferimento al fatto che la Signora Veronica [Bellone] avrebbe fatto "la compagnia" sulla strada di ritorno da Momberselli [Mombercelli, in provincia di Asti]. Dopo aver informato il cognato che la sua famiglia [la moglie Laura Bellone, e i figli Francesco, Lavinia, Cesare e Veronica] sta bene, il mittente spiega quanto "si arde" in "questa Città" [Alessandria], essendo "San Lorenzo", altresì "con dieci giorni del nuovo calendario". Dopo aver augurato alle "Signorie Vostre" [Nicolò Bellone e le "Signore"?] di godere del fresco di "cotesto Monte" [Mombercelli?] e baciando le mani, Guasco si congeda. [Veronica Bellone è la suocera di Annibale Guasco e madre della moglie Laura Bellone. "Monte" potrebbe essere indentificato con "Mombercelli", visto che fra le etimologie proposte per tale toponimo è presente anche "monte"] |
Fonte o bibliografia |
Annibale Guasco, Lettere, Treviso, G. B. Bertoni, 1603, pp. 122-123. |
Compilatore |
Conti Laura |
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