Mittente Guasco Annibale Destinatario Giuliani Giovanni Giorgio
Data Tipo data Assente
Luogo di partenza [Alessandria] Luogo di arrivo
Incipit Sì come mi rallegrai grandemente dell'officio a Vostra Signoria dato in cotesto palazzo
Contenuto e note Annibale Guasco afferma che, così come si era rallegrato grandemente per la lettera contenente la notizia della promozione ottenuta da Giovan Giorgio Giuliani [si fa riferimento alla lettera immediatamente precedente, inc. ''Attendendo io pure alcun messo verso Turino'], così si trova ora a rattristarsi infinitamente per un'altra novella comunicatagli dal destinatario, riguardante la perdita del suo unico figlio [Francesco]. Guasco, essendo anch'egli padre che ama profondamente la sua "figliolanza", capisce bene la difficoltà del momento che sta passando il destinatario, nonché quanto sia arduo "medicare la piaga". Il mittente continua spiegando che non sa quale tipo di "medicamento" consigliare a Giuliani ma è sicuro che sarà "l'infermo prudente" stesso [il figlioletto mancato, Francesco] a "sanarlo" dal dolore per il suo ritorno al Signore. Guasco continua dicendo che la prematura scomparsa del figlioletto di Giuliani è stata volontà del Signore, "Maestà Sua", il quale ha voluto farlo tornare presso di sé. Per questo, il destinatario e sua moglie [?], madre del piccolo, devono consolarsi pensando che lui ora è un "Angioletto all'orecchio del Re del Cielo", e che, da ora in poi, potrà badare da lassù alla casa paterna "in ogni occorrenza". Annibale Guasco consiglia al destinatario di consolare con questo pensiero la moglie, che avrà bisogno di maggior conforto in quanto donna, e alla quale rivolge i saluti da parte sua e di tutta la sua famiglia [la moglie Laura Bellone e i figli Francesco, Lavinia, Cesare, Caterina e Veronica], che ha sentito particolarmente vicino il loro dolore.
Fonte o bibliografia Annibale Guasco, Lettere, Treviso, G. B. Bertoni, 1603, pp. 118-119.
Compilatore Conti Laura
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