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Mittente |
Guarini Battista |
Destinatario |
Pigna Gianbattista |
Data |
18/12/1572 |
Tipo data |
Effettiva |
Luogo di partenza |
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Luogo di arrivo |
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Incipit |
La lontananza di Vostra Signoria è cagione di molte mie incomodità; e quel ch'è peggio ha partorito anco uno scandalo di molta importanza |
Contenuto e note |
La lettera riferisce con dovizia di particolari un incidente occorso a Ferrara al pittore [Giacopo Vighi] detto l'Argenta in cui era stato coinvolto anche il Guarini. Rientrato in città dalla corte sabauda portando con sé i ritratti commissionatigli, l'Argenta si era rifiutato di mostrarli alle guardie e ne era seguita una denuncia esagerata, giunta anche a conoscenza della Duchessa [Lucrezia d'Este]. A casa di Guarini, che ospitava il pittore, si presenta uno sbirro inviato da Cristoforo da Fiume, capo della polizia estense. Le richieste di Guarini di coinvolgere il Signor Cornelio [?] e il signor [Costantino] Coccapani non sortisce l'effetto desiderato dato che la polizia fa irruzione in casa. La questione sembra risolversi grazie all'intervento dell'ambasciatore sabaudo, ma, a sorpresa, l'Argenta viene arrestato in piazza. Il Guarini si lamenta molto del comportamento di Coccapani, che tra l'altro è in debito di riconoscenza con Alessandro Guarini. |
Fonte o bibliografia |
Luisa Avellini, Lara Michelacci, Battista Guarini e la retorica dell'altrove politico, un genere tra epistola, relazione diplomatica e resoconto di viaggio, Bologna, I libri di Emil, 2009, pp. 144-146 |
Compilatore |
Avellini Luisa |
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