Mittente Grillo Angelo Destinatario Beccaria Alfonso, Conte
Data Tipo data assente
Luogo di partenza Genova Luogo di arrivo Pavia
Incipit Le delitie della Poesia fuggono i letti de gl'infermi, et gli animi pieni
Contenuto e note Angelo Grillo scrive al Conte Alfonso Beccaria [accademico Affidato di Pavia col nome di Pensoso e poeta] per dirgli che essendo infermo e preso da fastidiose cure non può soddisfare il desiderio di Beccaria di ricevere sue poesie. Afferma che la Poesia sta lontana dagli infermi e da chi è alle prese con cure fastidiose. Invita perciò il corrispondente a placare il suo desiderio, attendendo che lasciate le "stomachevoli bevande Ippocratiche" Grillo possa tornare alle "acque Ippocreniche" [la sorgente sul monte Elicona dove si riunivano le Muse]. Nomina poi Giannettino Spinola dal quale spera che Beccaria abbia ricevuto i suoi saluti; a lui potrà consegnare il libro delle 'Rime' [edizione non identificabile con precisione]; Grillo non si stupisce che "costì" [cioè a Pavia] siano state "sì mal fortunate", perché lì "si negano le favole alla Poesia, senza alcun luogo di rifugio". Chiude la lettera rinnovando il proprio impegno nei confronti del Conte, della Signora Contessa [Luigia Beccaria, moglie del conte] e del Conte Claudio [Beccaria, figlio del conte]. [La lettera appartiene agli anni 1594-1598, come si evince dall’edizione cronologicamente ordinata Venezia, Ciotti, 1604]. [Argomento, soprascritto alla lettera da Pietro Petracci: "Che essendo infermo non può soddisfarlo di certa composizione"]. [Pubblicata anche in Bartolomeo Zucchi, 'L'idea del segretario', vol. IV, Venezia, Dusinelli, 1614, p. 496].
Fonte o bibliografia Angelo Grillo, Lettere, vol. I, Quarta impressione, Venezia, Ciotti, 1616, p. 781, Giustificazione
Compilatore Provenzano Giada - Carminati Clizia
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