Mittente Grillo Angelo Destinatario Aresi (Arese) Giulio
Data Tipo data assente
Luogo di partenza Genova Luogo di arrivo Milano
Incipit Ch'io habbia dubitato dell'amor di Vostra Signoria è più tosto
Contenuto e note Angelo Grillo scrive a Giulio Aresi (Arese) [Milano 1560-Milano 1627, giurista di interessi letterari e scientifici, figlio del senatore Marco Antonio Arese] per spiegare il motivo per cui ha precedentemente dubitato e chiesto conferma della sua ammirazione. Egli si dice "geloso" e "amante", che arde di una fiamma grande, alimentata da chi lo ama e che la rende immortale. Spera che anche quella del suo interlocutore sia tale, da vincere il tempo e la morte. Lo assicura infine che, da parte sua, l'amore nei suoi confronti non cambierà. [La lettera appartiene agli anni 1594-1598, come si evince dall’edizione cronologicamente ordinata Venezia, Ciotti, 1604]. [Argomento, soprascritto alla lettera da Pietro Petracci: "Rende la cagione, perche abbia dubitato dell'amor dell'Aresi"]. [Pubblicata anche in Bartolomeo Zucchi, 'L'idea del segretario', vol. II, Venezia, Dusinelli, 1614, pp. 262-263].
Fonte o bibliografia Angelo Grillo, Lettere, vol. I, Quarta impressione, Venezia, Ciotti, 1616, p. 778, Giustificazione
Compilatore Provenzano Giada - Carminati Clizia
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