Mittente Grillo Angelo Destinatario Petrucci Lucillo
Data Tipo data assente
Luogo di partenza Monte Cavallo Luogo di arrivo [Roma]
Incipit Fu poca vista, non poca creanza, che mi fé trapassar
Contenuto e note Angelo Grillo scrive a Lucillo Petrucci [canonico in S. Maria in Via Lata in Roma, in corrispondenza con Grillo] per chiedere scusa di non averlo salutato per un difetto di vista e non di buona creanza. Spiega come la sua carrozza andasse così veloce da non avegli permesso di salutarlo, perché la usa più quando impegnato nei suoi doveri che nei momenti di svago. Perciò ora corre con le scuse, perché non vuole mancare di "cortesia in mezzo alla Corte". Dice che sarebbe come perdere "Roma in mezzo a Roma" o la vista pur portando gli occhiali, così da non distinguere più notte e giorno. Aggiunge che, a causa di un problema di vista che l'ha colpito un anno prima, veramente fatica a vedere se è senza occhiali. Conclude pensando che quanto detto basti all'amico come prova della sua buona volontà, a meno che egli non voglia continuare a lamentarsi, mostrando così di avere più lunga la lingua di quanto Grillo non abbia corta la vista. [La lettera risale al periodo romano di Grillo, 1602-1607; compare per la prima volta in Angelo Grillo, Lettere, Venezia, Ciotti, 1608, p. 836]. [Argomento, soprascritto alla lettera da Pietro Petracci: "Scusasi d'aver mancato di rendere un saluto per difetto di vista, non di civiltà".]
Fonte o bibliografia Angelo Grillo, Lettere vol. I, Quarta impressione, Venezia, Ciotti, 1616, p. 769, Scusa
Compilatore Provenzano Giada - Carminati Clizia
vai al documento
Torna all’elenco dei risultati