Mittente Grillo Angelo Destinatario Imperiale (Imperiali) Giovan Vincenzo
Data 1604 Tipo data congetturale
Luogo di partenza Roma Luogo di arrivo Genova
Incipit Deh non faccia Vostra Signoria questo cattivo augurio alle sue nozze
Contenuto e note Angelo Grillo scrive a Giovan Vincenzo Imperiale (Imperiali) e risponde alla sua richiesta di scrivere un epitalamio per le sue nozze. Grillo sconsiglia all'Imperiale di fare un cattivo augurio alle sue nozze "introducendo frati a cantar di esse", perché come si sa i canti dei frati sono destinati ad argomenti luttuosi e non gioiosi. Commenta con l'espressione latina "Quid tumulus cum thalamo?". Lo informa inoltre che la poesia lo ha abbandonato e del resto, se tornasse per brevi intervalli a visitarlo, Roma "non vuol poesia senza chierica", ossia poesia non religiosa, e giudica con occhi "schiericati", "biechi, e con fronte torbida e rugosa". Roma, che "ha più spie, che occhi", cosa direbbe di un uomo avanti negli anni, abate, chierico, vedendolo in mezzo a tanti bei giovani ingegnosi, tra feste e balli? Lo invita quindi a pensarci, a comunicarlo a Giannettino [Spinola, patrizio genovese, di cui Imperiale è il nipote] e a cercare qualche altro nobile scrittore adatto all'occasione [che sarà, tra gli altri, Giovan Batttista Marino con l'epitalamio 'Urania' in Epitalami, Parigi, Tussan du Bray, 1616]. Chiude la lettera promettendo di fare invece quanto gli compete: pregare Dio perché Imperiale abbia un legame coniugale duraturo e una radiosa successione, che è quanto tutti gli augurano. [La lettera è databile al 1604, sulla base delle nozze di Gian Vincenzo Imperiale con Caterina Grimaldi, avvenute nel novembre dello stesso anno. Dal momento che tale lettera compare per la prima volta solo in Angelo Grillo, Lettere, Venezia, Giunti-Ciotti, 1608, p. 832, deve essere stata scritta dopo la pubblicazione di Angelo Grillo, Lettere, Venezia, Ciotti, 1604, con dedicatoria datata 12 settembre, e prima delle nozze di Imperiale a novembre]. [Argomento, soprascritto alla lettera da Pietro Petracci: "Con ragioni molto graziose, e sensibili si scusa di poesie ricercategli".]
Fonte o bibliografia Angelo Grillo, Lettere vol. I, Quarta impressione, Venezia, Ciotti, 1616, p. 765, Scusa
Compilatore Provenzano Giada - Carminati Clizia
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