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Mittente |
Cebà Ansaldo |
Destinatario |
Copia (Copio) Sara (Sarra) |
Data |
22/8/1620 |
Tipo data |
effettiva |
Luogo di partenza |
Genova |
Luogo di arrivo |
Venezia |
Incipit |
Il cuore opera quando vuole, e l'ingegno quando può, Signora Sarra |
Contenuto e note |
Trascorre una settimana dalla missiva (piuttosto risentita) del 15 agosto, e Cebà, ancora fisicamente provato, torna a volgersi a Sara con abbondanza di parole e di sentimento. La ammonisce però a non aspettarsi troppo da lui, che già le ha dedicato innumerevoli "maraviglie poetiche"; infatti, in misura assai maggiore e migliore egli la omaggerebbe con la sua penna se in lei potesse cantare la donna divenuta cristiana, così come in Esther aveva magnificato la credente in Cristo venturo ["La Reina Esther poema eroico d'Ansaldo Cebà gentiluomo genovese", Genova, Pavoni, 1615 e poi Milano, Bidelli, 1616]. La dimora della Chiesa di Roma offre un'ospitalità più ampia e accogliente di quanto faccia una Sinagoga: qui Cebà invita Sara a entrare e a trovare, infine, la vera luce. In calce alla lettera il sonetto "Domò Giuditta un Capitan feroce" pone Sara a confronto con la regina Esther e con l'eroina del popolo ebraico la cui mano, guidata da Dio, decapitò Oloferne per il bene del popolo. |
Fonte o bibliografia |
Lettere d'Ansaldo Cebà scritte a Sarra Copia e dedicate a Marc'Antonio Doria. In Genova, Per Giuseppe Pavoni, MDCXXIII, pp. 90-93. |
Compilatore |
Favaro Francesca |
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