Mittente Cebà Ansaldo Destinatario Copia (Copio) Sara (Sarra)
Data 15/8/1620 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Genova Luogo di arrivo Venezia
Incipit Io patisco un tormento, Signora Sarra
Contenuto e note Nel giorno in cui la Chiesa di Cristo si consacra all'adorazione della Vergine assunta in cielo (nonostante il frastuono che si leva dalle Sinagoghe), Cebà indirizza a Sara una lunga missiva, attraversata da un sottile rimprovero, e dall'accusa, nemmeno troppo velata, di ipocrisia. Squisitamente cortese e prodiga verso Cebà di espressioni lusinghiere (persino iperboliche), Sara tuttavia rifiuta di prestargli ascolto in materia di fede, vanificando così la sostanza di ogni apprezzamento, che rimane circoscritto all'ambito - per Cebà insufficiente - dell'intreccio epistolare o del confronto letterario. Chiude l'epistola un madrigale, incentrato sul medesimo argomento, il cui verso iniziale suona "Gran luce hai tu ne gli occhi".
Fonte o bibliografia Lettere d'Ansaldo Cebà scritte a Sarra Copia e dedicate a Marc'Antonio Doria. In Genova, Per Giuseppe Pavoni, MDCXXIII, pp. 87-90.
Compilatore Favaro Francesca
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