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Mittente |
Grillo Angelo |
Destinatario |
Tucci Nicolò |
Data |
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Tipo data |
assente |
Luogo di partenza |
Roma |
Luogo di arrivo |
Lucca |
Incipit |
Di che nobil solitudine, et di che letterato otio va tuttavia componendo |
Contenuto e note |
Angelo Grillo loda lungamente e fa mostra di invidiare l'esistenza ritirata che Nicolò Tucci conduce nella propria villa di Valgiano [nei pressi di Lucca], dedicandosi all'elevazione dello spirito, prendendo "le leggi di sua vita dalle sacre e salutifere carte de' santi amici di Dio", e alla composizione di versi che "con tanta prontezza vengono uscendo ogni giorno dal ricco thesoro della sua mente elevata". Lamenta, per contrasto, la "selva di sollecitudini" che quotidianamente, anche a causa delle proprie responsabilità di governo monastico, deve fronteggiare. Poco spazio gli resta dunque per gli ozi poetici, sebbene i "pochi versi" che recentemente ha inviato al suo interlocutore possano lasciare immaginare il contrario. Esibisce il proprio apprezzamento per due "bellissimi" madrigali che Tucci gli ha mandato. Manda saluti ad [Antonio] Fortini e a Francesco Tegrini, e così pure alle signore Ginevra e Leonora [Bellati Bernardi]. Spera di ricevere, di quest'ultima, lo 'Eustachio', poema di cui l'autrice gli aveva letto qualche "particella" già quando si erano incontrati a Lucca. Immagina che Tucci potrà anche assisterla nel perfezionarlo. [La lettera compare in stampa a cominciare da Angelo Grillo, 'Lettere', Venezia, Giunti-Ciotti, 1608]. [Argomento, soprascritto alla lettera da Pietro Petracci: "Loda la vita ritirata, gli studi e i componimenti di questo Signore, e un poema d'una gentildonna"]. |
Fonte o bibliografia |
Angelo Grillo, Lettere, vol. I, Quarta impressione, Venezia, Ciotti, 1616, p. 407, Lode |
Compilatore |
Ceriotti Luca - Oberti Nicola |
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