Mittente Grillo Angelo Destinatario Zaniboni, Padre Don Basilio
Data Tipo data Assente
Luogo di partenza Mantova Luogo di arrivo Ferrara
Incipit Io veggio il parente dell'amico nostro attaccato ad un vischio
Contenuto e note Angelo Grillo scrive a Don Basilio Zaniboni [amico di Torquato Tasso] delle difficoltà di un parente di un amico comune [forse un parente di Tasso?], che nonostante le raccomandazioni previdenti dello stesso Grillo resta ostinato come una statua di marmo. Prega Zaniboni di far intervenire il "Prencipe" [cioè, presumibilmente, il duca di Ferrara Alfonso II d'Este], come sembra necessario; ma di badare che il mastro di casa sia presente. Aggiunge infine che "il negotio della liberatione è in piedi" [presunta allusione alla liberazione del Tasso dal carcere di Sant'Anna, per cui Grillo si adoperò. [La lettera appartiene agli anni 1579-1585, in cui Tasso fu a Sant'Anna, e più probabilmente agli ultimi anni di questo periodo]. [Argomento, soprascritto alla lettera da Pietro Petracci: "Narra la difficoltà di poter liberare un certo ostinato nella propria miseria."]
Fonte o bibliografia Angelo Grillo, Lettere, vol. I, Quarta impressione, Venezia, Ciotti, 1616, p. 202, Ragguaglio
Compilatore Ongaro Nicola - Carminati Clizia
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