Mittente Passerini Pietro Francesco Destinatario Aprosio Angelico
Data 7/11/1649 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Piacenza Luogo di arrivo
Incipit Che si fa padre mio Angelico?
Contenuto e note Dal “signor Santo nostro libraro” ha saputo che Aprosio, come lui del resto, ha avuto problemi di salute. Per il tramite di tale intermediario, o per altra via, aspettava risposta alla sua [del 20 ottobre 1649], a cui aveva allegato il “privilegio autentico” di ammissione del Ventimiglia nell’Accademia dei Geniali. Non vorrebbe fosse andato perso, ma vuole sperar bene, avendo raccomandato il plico a Bernardo Morando. Aspetta comunque che Aprosio gliene accusi ricevuta. Sono in stampa le sue “men cattive academiche compositioni” [poi intitolate 'Schediasmata academica', Piacenza, Bazachi, 1650], delle quali lascia “in ultimo il frontispicio e cerimonie proemiali”, non avendo ancora definitivamente stabilito né il titolo, né la “dedicatoria primaria” della sezione “che conterrà le orationi”, avendo le altre operette che seguono nella raccolta ciascuna il suo particolare dedicatario. A questo proposito, non si dimenticherà certo del suo “riveritissimo padre” Aprosio [che, infatti, in tale raccolta risulterà dedicatario di un 'Proteus Christianus cryptographus, et griphologus', alle pp. 353-378]. Il volume sarà in dodicesimo, stampato con “carattere chiaro e nuovo”, ed egli spera che “sarà più bella la facciata, che la chiesa”. Ha anche saputo che [Giacomo Filippo] Tomasini [nella prevista continuazione dei suoi 'Elogia virorum literis et sapientia illustrium'] “pensa di tralasciar Passerino, come egli merita, ma non già come merita la parola” di Aprosio, [che si era speso affinché Passerini vi fosse contemplato]. Insiste dunque, considerato anche che Aprosio l’aveva invitato a far realizzare l’incisione del proprio ritratto per consentirne la stampa nell’opera di Tomasini, perché, essendo stata ormai tale notizia resa di pubblico dominio, il Ventimiglia faccia valere il suo peso per permettere che “il sodetto monsignore fra i cigni e le aquile non rifiuti anche i Passerini, che serviranno almeno per far comparir più riguardevoli li altri più degni uccelli”. Manda poi ad Aprosio una “longa lista de’ libri” [non più allegata], di modo che il suo corrispondente possa controllare se si trovano sulla piazza [di Genova] e, in tal caso, comprare per lui quanto “di mano in mano” risulterà disponibile. Gli rimborserà poi prontamente il denaro speso. Si scusa per la “tanta e troppo libertà” che si è preso a questo riguardo. Chiede però anche se il Ventimiglia sia in grado di procurargli “da qualche buona penna qualche cosuccia sopra le [sue] academiche compositioni”, che crede intitolerà, “veramente come meritano, 'Academica schediasmata'”.
Fonte o bibliografia Genova, Biblioteca Universitaria, ms E.VI.24, nr. 23
Compilatore Ceriotti Luca
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