Mittente Grillo Angelo Destinatario Grillo Nicolò
Data 1606 Tipo data congetturale
Luogo di partenza Roma Luogo di arrivo Genova
Incipit Siamo allagati, e angustiati di mala maniera. Il Tevere se
Contenuto e note Angelo Grillo racconta al nipote Nicolò Grillo dell'esondazione del Tevere a Roma: la città è bloccata, i danni sono ingenti, le autorità "amareggiate", il popolo "confuso". In molti si sono rifugiati sul Quirinale. Se Nerone poté guardare con occhi asciutti all’incendio su Roma, come se il fuoco asciugasse le lacrime, ora invece le acque dell'allagamento bagneranno gli occhi di pianto. Grillo comunque promette che, non appena la situazione migliorerà, procurerà di fare spedire una certa "indulgenza" da monsignor [?] Vestrio. Chiede al suo interlocutore di darne notizia all'abate di S. Caterina [di Genova, forse da individuare in Prospero Rapallo]. [La lettera compare in stampa a partire da Angelo Grillo, 'Lettere', Venezia, Giunti e Ciotti, 1608; apparentemente databile durante l'abbaziato di Grillo in S. Paolo fuori le Mura di Roma, dunque non prima del 1602, e tenendo conto che la maggiore piena del Tevere, in tale torno d'anni, si ebbe nel gennaio 1606]. [Argomento, soprascritto alla lettera da Pietro Petracci: "Gli significa l'innondazion del Tevere."]
Fonte o bibliografia Angelo Grillo, Lettere, vol. I, Quarta impressione, Venezia, Ciotti, 1616, p. 232, Ragguaglio
Compilatore Sirtoli Cristian
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