Mittente Passerini Pietro Francesco Destinatario Aprosio Angelico
Data 5/12/1648 Tipo data effettiva
Luogo di partenza Piacenza Luogo di arrivo
Incipit Sia il tutto vero, riveritissimo padre mio, fuori che l’esser ingrato a’ favori, e gran meriti di Vostra Signoria.
Contenuto e note Si scusa per l’eccessivo ritardo con cui risponde ad Aprosio, dovuto però sia a cattiva salute, sia alle troppe sue occupazioni. Non certo a malanimo, che il Ventimiglia gli è “venti mila volte più caro, che tutti gli altri letterati, che [egli] conosca”. Annuncia che a suo tempo si gioverà [ripubblicando il passo nel paratesto di qualche sua opera] del “favore” e dello “honore” che Aprosio gli ha reso menzionandolo nella sua 'Atene italica'. Quanto alla 'Talpa plagiaria', [Vincenzo] Sgualdi ha ricevuto e gli ha mostrato “gli otto quinternetti già mandati”. Ne hanno lungamente discorso insieme, concludendo che “veramente il ladro è solenne, ma anche solennemente è frustato dalla sempre acuta e frizzante penna” dell’Aprosio. Ha anche notato, in uno degli “ultimi quinternetti”, un piccolo lapsus, inerente l’esatta collocazione di una citazione da Macrobio fatta dallo Sgualdi. Non gli sembra però sia il caso di intervenire, “perché l’error è scusabilissimo e di penna, né mancano alla Talpa [Guglielmo Plati] cose più degne d’eterna infamia letteraria”. Nel giro di una settimana pensa di dare alle stampe gli 'Applausi poetici' per la monacazione di [Francesca Nicelli], di cui poi manderà copia ad Aprosio. Non possiede copia del quaresimale del Plati ['Teatro sacro in cui per sollevo dei fedeli macerati dal digiuno quaresimale si rappresentano varii spettacoli di pietà', Bologna, Zenero, 1647], ma il reggente di S. Francesco [di Piacenza] gli ha promesso di procurargliene una, così da poter prendere visione di “quella lettera dell’amico suo [Virgilio Benamati, probabile pseudonimo dello stesso Plati] tanto miracolosa” nel tessere le lodi dell’autore. Promette altresì di informarsi presso [Domizio] Tedaldi riguardo alle sue intenzioni letterarie; egli è però “signore tanto amico del buon tempo, che mal volentieri studia, benché habbia bellissimo ingegno”. Porge i saluti di [Alessandro Scappi].
Fonte o bibliografia Genova, Biblioteca Universitaria, ms E.VI.24, nr. 18
Compilatore Ceriotti Luca
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