Mittente Grillo Angelo Destinatario Ariosti Orazio
Data Tipo data assente
Luogo di partenza San Benedetto Po Luogo di arrivo Ferrara
Incipit A buon conto della nostra amicizia ho taciuto fin'hora. So che Vostra Signoria
Contenuto e note Angelo Grillo ringrazia Orazio Ariosti per il "bello discorso" che questi gli ha inviato. Chiede di salutargli Torquato Tasso, lamentandosi un po' delle sue lettere umorali e augurandosi che Ariosti riesca, con i suoi bei modi, a rasserenarlo, dato ch'egli "non ha Ciprigna che disarmi il suo Marte". Venere di cui, invece, è vittima un amico comune, recentemente recatosi in [San Benedetto Po] insieme al "signor principe [Vincenzo Gonzaga]": ma Grillo ha avuto notizia che ora egli "è tuttavia nel vischio, ma non fino agli occhi", e che ami "con più vergogna, e con più dolore"; "ama amaramente", e non potendo odiare la donna amata, odia l'amore stesso che le porta: "bel soggetto da sonetto", commenta Grillo. [La lettera, edita anche da Angelo Solerti, Vita di Torquato Tasso, II, Torino, Loescher, 1895, p. 405, n. 453, compare stampata a partire da Angelo Grillo, Lettere, Venezia, Ciotti, 1602; è databile agli anni 1578-1594, come si evince da Angelo Grillo, Lettere, Venezia, Ciotti, 1604]. [Argomento, soprascritto alla lettera da Pietro Petracci: "Si scusa tacitamente con vago artifizio di non gli avere scritto; lo ringratia, parla del Tasso, e finalmente dello stato amoroso d'un loro amico."].
Fonte o bibliografia Angelo Grillo, Lettere, vol. I, Quarta impressione, Venezia, Ciotti, 1616, p. 826, Misto
Compilatore Carminati Clizia - Ceriotti Luca - Ferretti Chiara
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