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Mittente |
Grillo Angelo |
Destinatario |
[Cavaccio] Giacomo di Padova, don |
Data |
1602 |
Tipo data |
congetturale |
Luogo di partenza |
Milano |
Luogo di arrivo |
Padova, S. Giustina |
Incipit |
Che poss'io dire a Vostra Paternità, senon che lagrime fan lagrime? |
Contenuto e note |
Angelo Grillo scrive a don Giacomo [Cavaccio] di Padova per consolarlo e mostrargli come si deve mettere fine alle lacrime per la morte del loro comune amico [non nominato: la posizione della consolatoria in Grillo, 'Lettere', Venezia, Ciotti, 1604, lascia intuire che si tratti dell'abate Antonio Tedeschi da Piacenza]. Grillo scrive a don Giacomo che la sua lettera gli ha aperto di nuovo la piaga e lo ha fatto piangere delle loro disavventure, cosa che non conviene alla religiosa costanza. Conclude scrivendo di accompagnare con l'orazione l'anima del loro amico durante il viaggio, in quando alla sua partenza l'hanno accompagnata solo con sospiri. [Trovandosi la lettera nel IV libro dell'edizione Venezia, Ciotti, 1604, essa si colloca tra gli anni 1601 e 1604: in quel periodo Grillo si trova a Milano da febbraio fino al giorno di Pasqua del 1602]. [Argomento, soprascritto alla lettera da Pietro Petracci: "Mostragli, come si dee por fine alle lagrime per la morte dell'Amico comune."] |
Fonte o bibliografia |
Angelo Grillo, Lettere, vol. I, Quarta impressione, Venezia, Ciotti, 1616, p. 47, Consolazione |
Compilatore |
Carlini Serena |
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