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Mittente |
Grillo Angelo |
Destinatario |
Stella Lattanzio |
Data |
1597 |
Tipo data |
congetturale |
Luogo di partenza |
Genova |
Luogo di arrivo |
Brescia |
Incipit |
Doppo il lampo non ha già troppo indugiato a farsi sentire il tuono? |
Contenuto e note |
Angelo Grillo scrive a Don Lattanzio Stella, per consolarlo della morte di Giovanni Battista Stella, del quale era nipote, di poco preceduta da quella di Mario Maggi [parente della famiglia Stella: cfr. lettera "Io, che per le tante morti dei più cari parenti"]. Grillo scrive che Brescia non gli parrà più Brescia e che è rimasto così stordito da queste due percosse che non ha ancora avuto modo di dolersi. Prosegue lodando Lattanzio per non essersi mai approfittato di questi influenti legami famigliari. Di seguito loda i due defunti, entrambi valorosi di spirito e innocenti di costumi, morti quasi nello stesso tempo e quasi con gli stessi anni. Grillo continua scrivendo che le anime belle non sanno invecchiare in questa carne e conclude che bisogna avere fede e accogliere di buon grado quello che il Padre predispone per noi. [Da Elio Durante e Anna Martellotti, 'Don Angelo Grillo o.s.b. alias Livio Celiano poeta per musica del secolo decimosesto', Firenze, SPES, 1989, p. 174 sappiamo che Giovanni Battista Stella morì il 28 settembre 1597, quindi la lettera deve essere stata scritta poco dopo questa data]. [Pubblicata anche in Bartolomeo Zucchi, 'L'idea del segretario', vol. IV, Venezia, Dusinelli, 1614, pp. 157-158]. [Argomento, soprascritto alla lettera da Pietro Petracci: "Con mirabil maniera lo consola."] |
Fonte o bibliografia |
Angelo Grillo, Lettere, vol. I, Quarta impressione, Venezia, Ciotti, 1616, p. 35, Consolazione |
Compilatore |
Carlini Serena |
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