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Mittente |
Grillo Angelo |
Destinatario |
Vivalda Lelia |
Data |
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Tipo data |
assente |
Luogo di partenza |
San Giuliano [d'Albaro, Genova] |
Luogo di arrivo |
Genova |
Incipit |
La lunga infermità di Vostra Signoria è accompagnata da lunghe |
Contenuto e note |
Angelo Grillo scrive a Lelia Vivalda [ossia Lelia Spinola in Vivaldi: dalla lettera a Nicolò Spinola suo zio con incipit "Ho, non so come, invidia della mia lettera, che trovasse" sappiamo che Lelia era la sorella di Giulio Spinola], per consolarla del suo lungo stato di infermità di salute. Grillo la consola ricordandole che, tanto più è debole la carne, tanta meno forza ha di ribellarsi e contraddire lo spirito. Conclude mandando un saluto al signor Giacomo [Vivaldi, consorte di Lelia]. [Trovandosi la lettera nel libro I dell'edizione Venezia, Ciotti, 1604, collocabile dunque nel periodo tra il 1578 e il 1594, inoltre sapendo che la residenza monastica di Grillo a San Giuliano parte dal 1593, possiamo evincere che la lettera sia stata scritta tra il 1593 e il 1594]. [La lettera è anche pubblicata da Bartolomeo Zucchi in 'L' Idea del Segretario: rappresentata in un Trattato dell'Imitatione, e nelle lettere di Principi, e d'altri Signori', Parte 4, Venezia, Compagnia Minima, 1606, p. 18]. [Argomento, soprascritto alla lettera da Pietro Petracci: "Consola la Signora Vivalda della sua lunga infirmità."] |
Fonte o bibliografia |
Angelo Grillo, Lettere, vol. I, Quarta impressione, Venezia, Ciotti, 1616, p. 33, Consolazione |
Compilatore |
Carlini Serena |
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