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Mittente |
Grillo Angelo |
Destinatario |
Spinola Scipione |
Data |
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Tipo data |
assente |
Luogo di partenza |
Praglia |
Luogo di arrivo |
Genova |
Incipit |
Rimetto al giudicio di Vostra Signoria che sa quanta occasione |
Contenuto e note |
Angelo Grillo scrive a suo cognato, Scipione Spinola [di Luccoli di Arquata], riguardo la morte di Nicolò Pallavicino. Grillo ricorda a Scipione quante occasioni ha avuto di amarlo per tutti i rispetti e quindi rimette a suo giudizio il dolore che prova per la morte di Nicolò Pallavicino. A Grillo pare che non sia rimasta vedova solo la signora Barbara, sua moglie, ma l'intero parentado. Chi ha molti anni di vita ha assistito a molte morti, cosa che riguarda sia Grillo che il cognato. Dio ha approvato il piangere i morti, ma per non peccare nell'estremo smette di dolersi e prega la pietà suprema di consolare tutti. [Data la mancanza della lettera nelle edizioni precedenti alla Venezia, Giunti-Ciotti, 1608, possiamo ipotizzare che sia stata scritta tra il 1604 e il 1608: in quel periodo Grillo si trovò a Praglia dal 1607 al 1608, perciò la datazione va situata in questi due anni]. [Argomento, soprascritto alla lettera da Pietro Petracci: "Passa termine di condoglianza per la morte del Pallavicino."] |
Fonte o bibliografia |
Angelo Grillo, Lettere, vol. I, Quarta impressione, Venezia, Ciotti, 1616, p. 22, Condoglienza |
Compilatore |
Carlini Serena |
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