Mittente Grillo Angelo Destinatario Giovan Paolo
Data Tipo data assente
Luogo di partenza Roma Luogo di arrivo
Incipit Già sapeva io, che quella piacevole, et lusinghiera tranquillità di mare
Contenuto e note Angelo Grillo scrive a Giovan Paolo [il cognome non viene rivelato] riguardo l'infelice situazione di questi. Nella lettera Grillo lo compatisce perché credeva di aver trovato un buon genero, un bastone per la sua avanzata età, invece aveva perso una figlia. Quel che considerava un bastone si era convertito in un flagello per la sua vecchiaia. Il signor N. pensava di aver trovato una persona gentile e modesta, invece si ritrovava un arrogante e villano che aveva rovinato la figlia e presa la sua dote. A sue spese il signor N. ha capito che i suoi amici non lo consigliavano per interesse di sé stessi ma per suo beneficio. Grillo chiede a Dio di far conoscere al signor N., nella sua tribulazione, che chi sa dare consigli ma non sa riceverli è savio fuori ma pazzo dentro. Grillo conclude pregando che la giustizia umana non aspetti quella divina e provveda a tanta malvagità. [Data la mancanza della lettera nelle edizioni precedenti alla Venezia, Giunti-Ciotti, 1608, possiamo ipotizzare che sia stata scritta tra il 1604 e il 1608]. [Argomento, soprascritto alla lettera da Pietro Petracci: "Sente in se stesso gran compassione delle miserie d'un Amico, c'haveva infelicemente accasata la figliuola."]
Fonte o bibliografia Angelo Grillo, Lettere, vol. I, Quarta impressione, Venezia, Ciotti, 1616, p. 21, Condoglienza
Compilatore Carlini Serena
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