Mittente Grillo Angelo Destinatario Spinola Opicio, suo cugino
Data 1590 Tipo data congetturale
Luogo di partenza Genova Luogo di arrivo Padova
Incipit Come ce n'andiamo pian piano: et come questa gran selva
Contenuto e note Angelo Grillo scrive al cugino Opizio (Opicio) Spinola rendendolo partecipe del proprio dolore per la morte dell'abate [Benedetto] Guidi [avvenuta il 1° agosto 1590: cfr. Elio Durante - Anna Martellotti, Don Angelo Grillo O.S.B. alias Livio Celiano, Firenze, SPES, 1989, p. 154]. Quest'ultimo è stato per Grillo un vero esempio di religiosità, virtù e dedizione allo studio. Si rammarica dunque per tale scomparsa e medita sulla fugacità delle cose terrene, osservando che il mondo cambia aspetto rapidamente, ciò che ci appartiene è destinato a divenire ricordo. [Argomento soprascritto alla lettera da Pietro Petracci: "Significa quanto cordoglio egi senta per la morte d'un ottimo religioso, et con rari colori di faconda dottrina ci dipinge la fugacità delle cose humane."]
Fonte o bibliografia Angelo Grillo, Lettere, vol. I, Quarta impressione, Venezia, Ciotti, 1616, p. 8, Condoglienza
Compilatore Belotti Andrea
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